Tra le varie attrattive offerte da questa Mostra del Cinema di Venezia, ciò che in cuor mio mi era più mancato era la possibilità di condividere le mie passioni con un’anima affine. La condivisione è un piacere che mi sono riservato solo in pochi momenti della mia vita, pagando questo errore a caro prezzo. Tuttavia, la giornata di ieri mi ha inaspettatamente offerto l’occasione di scambiare qualche parola con un autentico artista della cucina.

Mi trovavo, nell’intervallo tra una proiezione e una passeggiata in spiaggia, nei pressi dell’Hotel Excelsior e, forse più per ripararmi dal vento sferzante – contro il quale non ero evidentemente ben equipaggiato – che non per reale indolenza, mi risolsi a pranzare nel ristorante dell’albergo. Non starò a dilungarmi nella descrizione di tutte le portate da me ordinate, limitandomi a soffermarmi su ciò che più di tutto ha catturato la mia attenzione: un delizioso dolce, d’aspetto piuttosto evocativo, servito con una raffinata guarnizione di lamponi e ribes.

Mentre degustavo il suo delicato sapore, ben lontano dalla dolcezza stucchevole della pasticceria dozzinale ormai servita anche nei locali più esclusivi, cresceva in me il desiderio di conoscere personalmente l’autore di cotanta bontà.
Il mio desiderio non è rimasto insoddisfatto, poiché dopo aver manifestato il la mia ammirazione per il creatore del Movie Frames – questo il nome del dolce – ho avuto l’onore di intrattenere una conversazione direttamente con lo chef, Antonino Sanna.

 

 

Il signor Sanna non si è tirato indietro di fronte alle mie curiose domande, non risparmiando dettagli sulla genesi creativa e – cosa altrettanto importante per me, date le mie velleità di cuoco – sulla preparazione del prelibato dessert.

Il Movie Frames, come spiegato dall’autore, nasce sulla scia di un’iniziativa promossa dall’Hotel Excelsior l’anno scorso. Per celebrare il settantennale della Mostra del Cinema, Sanna creò infatti un dessert disponibile solo durante i dieci giorni di Festival, il Red Carpet: una mousse di lamponi sormontata da una foglia d’oro vero, nella minima quantità assimilabile dall’organismo umano. Una bavarese con biscotto rosso al Kit Royal. Visto il successo del Red Carpet, l’Hotel ha commissionato a Sanna un altro dessert per quest’anno. L’ispirazione per il Movie Frames deriva invece dal primo poster della Mostra del Cinema, che raffigurava la laguna Veneziana e una pizza di pellicola.

La pellicola è infatti l’elemento che più salta all’occhio osservando il Movie Frames, ma non è tutto: anche la scelta degli ingredienti non è casuale.

La passione cinematografica crea una dipendenza, e ho quindi cercato qualcosa che restituisse quest’idea nell’ambito culinario: nulla meglio del cioccolato. A questo ho poi aggiunto un sapore che ricordasse l’emozione, la commozione, le lacrime versate di fronte a un bel film, e che al contempo richiamasse le sensazioni provate nell’infanzia: la caramella mou. Un altro pezzo di questo puzzle che rappresenta la mia idea di cinema è legato a un’intervista di Amedeo Nazzari, celebre attore degli anni ’40-’50, che parlava approfonditamente dei tanti veleni del mondo del cinema. Mi colpì molto, e quindi ho riprodotto questo aspetto velenoso del cinema, che si aggiunge all’idea di dipendenza e di dolcezza. Ecco dunque il Movie Frames: biscotto di cioccolato, uno strato sottile di crema mou, e una crema montata, aromatizzata con un seme che, in dosi eccessive, può risultare tossico. Un veleno nascosto, con un’aromaticità particolare. E poi, sopra a tutto, ecco la celluloide di cioccolato colorata da una gelé di arance e lamponi, che simboleggia l’avvento del colore.

Ammetto di essere rimasto davvero affascinato dalla descrizione data dallo chef Sanna della propria opera, e non ho potuto evitare di chiedere anche delucidazioni sul cocktail che avevo accompagnato al dessert scelto. Cocktail dal nome altrettanto evocativo: Cortometraggio. Sanna mi ha spiegato la scelta del rum giamaicano misto a menta bianca, per riprodurre la sensazione di euforia seguente la visione di un film; e non ho potuto far altro che annuire, sorseggiando il cocktail dal caldo colore ambrato. Non nascondo di aver rubato mentalmente il dosaggio del cocktail – disponibile anch’esso solo per il periodo della Mostra del Cinema – pensando di riproporlo per qualche ospite di riguardo.

Sazio e soddisfatto, mi sono avviato verso la spiaggia, dove mi sono concesso il piacere di una passeggiata meditativa, conscio di aver allietato il mio palato e, di conseguenza, curato il mio spirito inquieto. Non mancherò di tornare a degustare sia il Movie Frames che il Cortometraggio prima della fine del Festival. E, magari, contraccambierò la gentilezza dello chef Sanna rivelandogli qualcuna delle mie ricette più segrete. Sempre che mi riprenda dai postumi del mio pomeriggio alcolico…

 

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