A sentire alcune espressioni degli interventi sembra di essere arrivati a un passo dalla rivoluzione: deragliamento, slittamento continuo tra linguaggi espressivi, ampiezza dell’escursione linguistica, cantiere della creatività.

Sembra che a 200 metri dall’Auditorium, dove si svolgerà un’edizione piuttosto dimessa del Festival di Roma, prenderà vita da venerdì 17 ottobre a domenica 26 qualcosa di molto, molto più divertente e irriverente.

E’ lì la vera Festa? Al Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo Maxxi di Via Guido Reni 4A?

Possibile. Intanto è proprio lì, al Wired Next Cinema del Maxxi, che si potrà assistere a un vero e proprio frullatone di prodotti audiovisivi mischiati ad incontri e dibattiti con artisti in carne e ossa. A presentarlo oggi a Roma sono intervenuti Mario Sesti, selezionatore del Festival di Roma, storico papà della fu Extra (da sempre la sezione più bella e interessante della manifestazione capitolina e mamma, di fatto, di questo altro-Festival collaterale all’Auditorium), il presidente di Maxxi Giovanna Melandri e i due direttori: quello del Festival di Roma Marco Müller e quello della mensile Wired Massimo Russo, grande animatore (a partire dal titolo) dell’anima più sperimentale della kermesse cinematografica capitolina. Russo è stato anche l’autore dell’intervento più lungo e pimpante dell’intera conferenza.

Che si vedrà a Wired Next Cinema? Parecchio e diversificato. Il documentario old school di Wim Wenders sul fotografo Salgado (Il sale della terra), lo scontro epocale rimasterizzato tra Mazinga e Goldrake diretto nel 1979 da Go Nagai, la Storia del Cinema remixata dal brasiliano Marcelo Masagão, L’invasione degli ultracorti (un vero e proprio Festival competitivo di corti sotto i 15 secondi) visionata e commentata in sala da Enrico Ghezzi e Sabina Guzzanti, nonché un documentario sull’omofobia dal punto di vista, anche, degli omofobi e l’attesissimo Vittima degli eventi ovvero Dylan Dog secondo Luca Vecchi e Claudio Di Biagio.

Ma forse l’interesse principale della rassegna, in un paese dove il nuovo avanza sempre con infinita lentezza, è proprio il confronto e la comunicazione tra un establishment dell’audiovisivo considerato giustamente sistema e queste nuove forze e star system molto note, molto amate ma ancora estremamente lontane dall’industria ed economicamente piuttosto fragili.

Ben vengano dunque gli incontri/scontri tra Vanzina Bros e The Pills, The Jackal vs Salvatore Esposito (il bravissimo attore nel ruolo di Genny di Gomorra – La serie) nonché la chiacchiera sabato 18 con Maccio Capatonda in attesa del suo esordio al cinema con Italiano medio.

Nuovo, vecchio, futuro. Arti visive che si intersecano tra loro. Occhio anche all’incontro Marco Bellocchio, Paolo Virzì, Ettore Scola proprio sull’argomento “natura promiscua” (espressione di Sesti) del rapporto tra disegno e audiovisivo. Sarà uno degli incontri più prestigiosi preceduto da Prima del film, documentario su cinema e disegno diretto da Mario Sesti e Marco Chiarini, regista del bellissimo L’uomo fiammifero (2010).

Prove tecniche di unico futuro possibile per il Festival di Roma post-Müller?
Che l’aria che si respira al Maxxi debba definitivamente soffiare all’Auditorium già dall’edizione 2016?