Pochi giorni dopo l’uscita del poster e del trailer di Dying of the Light, il regista Paul Schrader (The Canyons), il produttore esecutivo Nicolas Winding Refn e i protagonisti Nicolas Cage e Anton Yelchin hanno deciso di disconoscere pubblicamente il film, o meglio la versione del film che arriverà il 5 dicembre nelle sale americane e in VOD, frutto di un montaggio realizzato dai produttori senza la supervisione di Schrader. Apparentemente il mese scorso le due parti hanno preso strade diverse: Schrader sostiene di essere stato tenuto fuori dalla sala di montaggio, i produttori sostengono che il regista se n’è andato.

Thompson on Hollywood rivela che il New York Film Festival voleva mostrare il montaggio di Schrader durante il Festival, ma apparentemente l’opportunità è passata senza che sia stato fatto nulla.

Schrader ieri sera ha rilasciato una dichiarazione su Facebook:

Abbiamo perso la battaglia. Dying of the Light, un film che ho scritto e diretto, mi è stato tolto di mano, rimontato, missato, completato con la colonna sonora, senza che io potessi dire nulla. Grindstone (una divisione della Lionsgate) ha pubblicato il trailer e il poster, sono disponibili online. Eccomi assieme a Nicolas Cage, Anton Yelchin, Nicolas Winding Refn con indosso le nostre magliette “Nessuna critica”. La clausola contrattuale “nessuna critica” permette ai proprietari del film di fare causa all’artista nel caso questo dica qualcosa sul film che i proprietari ritengono “denigratorio”. Non ho alcun commento da fare sul film o su chiunque vi abbia partecipato.

Legalmente, quindi, queste magliette non rappresentano una critica, tuttavia sappiamo bene cosa significano, anche perché le espressioni di dissenso di Yelchin e Cage sono piuttosto esplicite: il film che uscirà in sala NON è di Paul Schrader, e loro non lo approvano né lo sostengono.

 

dying of the light

 

Fonte: Facebook