Dopo il Festival di Roma, Ficarra e Picone hanno scelto Lucca Movie (la sezione dedicata a cinema e serie tv di Lucca Comics & Games) per presentare al pubblico la loro nuova commedia, Andiamo a Quel Paese. Abbiamo appena partecipato all’incontro con i due comici siciliani che si è tenuto al Cinema Moderno di Lucca, dopo il quale è stato presentato in anteprima nazionale il film.

L’evento, condotto da Giorgio Viaro di Bestmovie, ha visto i due comici dialogare con una sala gremita da un pubblico di giovani e adulti, a dimostrazione della loro popolarità anche in un contesto come Lucca Comics & Games.

Ci troviamo nel tempo dei fumetti, dei cinecomic, dei videogiochi. Che rapporto avete con tutto questo?

Ficarra: Dunque. Penso sia la prima volta che veniamo qui, vero? Ci ho messo un’ora a uscire dall’autostrada, me lo ricorderei. [ridono] Scherzi a parte, il mondo dei fumetti ci accomuna tutti, siamo cresciuti tutti leggendo fumetti. Inoltre è un universo dal quale si attingono storie bellissime, per cui qui ci sentiamo a casa.

Siete giovanissimi, ma lavorate insieme da addirittura 20 anni…

Ficarra: Per la precisione 22. Per il fisco 20. I primi due anni non li abbiamo fatturati.

Qual è il segreto della vostra longevità artistica?

Ficarra: Il segreto è che io ho sempre ragione, e Picone l’ha capito. Quando non lo capisce glielo spiego fisicamente, a gesti. Il punto è che siamo arrivati a sopportarci e questo è l’aspetto più importante!

Parliamo del film. È l’ottavo che girate insieme, il quinto come coppia, e il quarto che dirigete…

Ficarra: E il primo in cui Picone sa recitare!

Cosa è cambiato dai vostri primi film?

Ficarra: È cambiato forse l’approccio. L’entusiasmo però è rimasto uguale. In questo film in particolare.

Come nascono le vostre gag? Improvvisando, trascorrendo momenti insieme?

Ficarra: In questo film in particolare ci piaceva raccontare quello che stanno vivendo tante persone accando a noi, amici, parenti… Si rimane senza lavoro dappertutto. Qualche anno fa, quando iniziò la crisi, andavamo a Milano per fare Striscia e tutti ci dicevano che era appena c’era la crisi. Noi rispondevamo: guardate che al sud eravamo in crisi quando voi eravate messi bene! Volevamo raccontare una storia che dalle nostre parti riguarda da sempre tutti quanti, e che ora può essere ben compresa anche al nord. È una storia che ci accomuna tutti.

Il film si basa su un paradosso. I giovani dovrebbero essere la risorsa, e invece ora sono gli anziani a essere una risorsa per i giovani…

Ficarra: Finché non se ne vanno! Pensa che c’è un tizio che a 92 anni ancora lavora, fa il Presidente della Repubblica. Non bisognerebbe negarsi il piacere di stare con i nipotini!

Picone: Abbiamo voluto riflettere su queste vicende perché abbiamo davvero a che fare con tante persone che se non fosse per i nonni e i genitori non ce la farebbero. Noi abbiamo esasperato questo aspetto: nel film siamo due uomini che, rimasti senza lavoro, lasciano la città e vanno al paese per vivere della paghetta che gli passa la suocera di uno.

Perché nelle sottotrame romantiche dei vostri film quello che suscita fascino nelle donne è Picone?

Ficarra: È una leggenda metropolitana, in realtà gli puzzano i piedi.

Picone: Le storie romantiche ci sono sempre nei film. Siccome lui è quello più scemo, io sono quello che si innamora.

Verso la fine del film c’è una vena più amara. Chi sono i vostri maestri?

Ficarra: Abbiamo sempre amato il cinema comico italiano del passato, e questo inevitabilmente ti lascia qualcosa dentro. Dire però che c’è una ispirazione precisa sarebbe sbagliato.

Picone: Però noi ci siamo incontrati 22 anni fa cominciando a parlare proprio dei film e delle cose che ci piacevano e che avevamo in comune, e molti erano film. Adoriamo tutti i maestri della commedia italiana: Totò, Troisi… ma anche Chaplin. I riferimenti nelle nostre opere sono sempre casuali.

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Conclusa la presentazione, si è passati a una sessione di domande del pubblico:

Sono di Rosolini, il paese dove è stato girato il film. La mia domanda è: perché avete scelto il mio paese per le riprese?

Picone: Un’ottima occasione per ricordare che quando si gira la cosa fondamentale è la location. Ci sentivamo a Cinecittà! Rosolini è questa cittadina siciliana molto antica, perfettamente conservata, ci ha stupito che non ci avessero mai girato un film. Il motivo per cui l’abbiamo scelta… si capisce nel film. Ci serviva una piazza particolare, e la collocazione non è casuale. La storia voleva una piazza come quella. Ficarra: Però nel film si chiama Monteporto, è un paese immaginario.

Mi chiamo Gabriele, sono calabrese ma mia madre è di Enna. Girerete mai un film in provincia di Enna? È una parte poco conosciuta della Sicilia.

Ficarra: È che sono gli unici siciliani che vivono a due ore e mezza dal mare! Sono sfortunati. Però è bellissima. C’è la nebbia pure d’estate, sembra di stare a Bergamo. Magari in futuro gireremo un film lì. Picone: Però dipende dalla storia. Il nostro penultimo film era ambientato a Torino perché la storia voleva qualcosa del genere. Se mai parleremo dell’interno della Sicilia che vive in altura…

[Luca, un bambino] Come avete fatto ad avere così tanto successo?

Ficarra: Diciamo amicizie. Funziona così in Italia! Picone: Ci piaceva recitare e fare ridere. Ficarra: Io ho cominciato da subito marinando la scuola. Picone: …Poi abbiamo iniziato a fare le nostre cose, e poi è arrivato il successo. Ma saremmo andati avanti anche se non fossimo diventati popolari. Lo avremmo fatto come passatempo, perché è una cosa che fai anche se non hai successo. È una passione.

Siete di Mililmeri e di Palermo, due città molto distanti. Come vi siete conosciuti?

Ficarra: Una domanda che non ci fa mai nessuno! [ridono] Ci siamo conosciuti in un villaggio a Taormina. Io facevo l’animatore e lui il cliente. Io lavoravo e lui si divertiva. Dopo 22 anni non è cambiato nulla. La Matassa è bellissimo. Come avete concepito questo film? Ficarra: Tutti i film nascono da una idea nostra. Poi ne parliamo con gli sceneggiatori e iniziamo a sviluppare la storia con loro.

Una geologa ringrazia: “Una volta i miei colleghi mi davano della terrona, ora grazie a voi mi dicono: hai l’accento di Ficarra e Picone!”

Ficarra: Stai dicendo che siamo terroni? Picone: Pensa che la gente ci chiedono [sic] se ci doppiamo! Invece parliamo veramente così!

Andiamo a Quel Paese uscirà il 6 novembre. Potete leggere la nostra recensione qui.

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