Interstellar London Premiére, il coverage di BadTaste.

 

Attenzione: il resconto della roundtable contiene uno spoiler circa un personaggio


 

 

Quando arriva davanti a noi giornalisti apprezza la square table rettangolare che ci ha permesso di stare in una bella dozzina piena davanti a lui. E’ gioviale Matthew McConaughey, non solo perché si gode la vista del Colosseo da un bellissimo albergo praticamente opposto rispetto alla terrazza da cui Jep Gambardella osserva l’anfiteatro Flavio ogni santo giorno dal suo appartamento de La grande bellezza. E’ contento il nostro texano, che dopodomani (4 novembre, N.d.R.) compie 45 anni, perché la vita continua a sorridergli e il momento eccellente che sta vivendo da due anni, con tante scelte di qualità e un bell’Oscar vinto per Dallas Buyers Club, sembra lungi dall’essere terminato.
Eccolo qui a Roma a quasi una settimana dall’uscita di Interstellar per chiacchierare con la stampa online italiana di gravità, carriera, vita e… astrofisica. E’ tutto collegato alle conoscenze e alla folle avventura vissuta dal suo Cooper, protagonista con Jessica Chastain e Anne Hathaway del nuovo attesissimo film diretto da Christopher Nolan.
Quando vede tutti noi giornalisti seduti, ne approfitta per dirci che è molto meglio per lui dire: “Ciao” una sola volta a più di una dozzina di intervistatori tutti riuniti che ripeterlo a pappagallo uno alla volta quando si trova nel bel mezzo di un junket simile a una catena di montaggio.
“E’ come quando lavoro” aggiunge prima che partano le domande a raffiche di tutti noi: “Preferisco sempre dare il massimo al primo ciak e poi… calare. E’ sempre il primo ciak quello buono per me”.

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Piangi tanto nel film…
Tante lacrime per alcune scene particolari. Le lacrime che vedete sono lacrime vere. Se ricordo alcune scene, ricordo anche che io ero sinceramente in ansia pensando a come recitarle. Ma il lavoro di un attore è rilassarsi e ricevere. Ho cercato di fare in modo di lavorare sempre senza prepararmi troppo. Dicevo al regista che il primo ciak doveva essere quello buono perché lì ci sarebbero state le mie reazioni più crude e vere. Lui aggiungeva 1-2 camere e si andava avanti così. La prima reazione. Non mi dispiace aver pianto così tanto nel film. Dopo le lacrime… ti senti pulito e rilassato. Ti senti bene dopo aver pianto.

Oltre che emotivamente, quanto è stato duro fare il film dal punto di vista fisico?
Le riprese in Islanda sono state faticosissime.  La tuta da astronauta pesava 18 kg. Avevo gli scarponi con i rampini e recitavamo vicino a questi burroni e avevi la sensazione che se cadevi giù… andavi parecchio in profondità e non ti avrebbero mai più ritrovato! Fisicamente massacrante. Ogni singolo passo che facevi con la tuta, dovevi stare attentissimo. Per quanto riguarda le scene a gravità zero… vi posso dire che ero appeso a 24 metri di altezza dal suolo attraverso delle corde. Abbiamo lavorato tre settimane prima dell’inizio delle riprese del film per trovarci a nostro agio per le sequenze a gravità zero. Quello è stato massacrante. Essere appeso lì per ore, è stato veramente uno stillicidio. Specialmente se guardavo giù… il mio cuore rischiava di fermarsi.

Hai capito tutto quello che dice Cooper nel film dal punto di vista tecnico?
Tutto. Ho dovuto farlo! Probabilmente l’ho già dimenticato adesso, ma ho dovuto farlo assolutamente. All’inizio non ci ho capito molto dopo aver letto la sceneggiatura e quindi, visto che non capivo, ho chiamato Kip Thorne (fisico teorico yankee consulente per Interstellar, N.d.R.) e lui mi ha spiegato nel modo più semplice possibile tutte quelle informazioni. Abbiamo passato un’intera giornata assieme. A quel punto ho cominciato ad avere la sensazione di capirci qualcosa… poi Chris (Nolan, N.d.R.) è stato un’altra grande fonte di conoscenza. Quotidianamente andavo da Chris e gli chiedevo le regole e le coordinate logistiche della geografia, le regole del tempo, della gravità. Tutte le caratteristiche del mio personaggio dipendenvano da quelle conoscenze. Quali erano le sue motivazioni, come si sarebbe mosso. In conclusione posso dire che c’è stato un momento in cui ho veramente capito tutto… ma poi probabilmente ora me lo sono già completamente dimenticato.

La nostra Terra merita di essere salvata?
Il pianeta merita di essere salvato. Abbiamo un grande pianeta. Il migliore che conosco. Custodiamolo prima di salvarlo. Mi piace.

Come vedi la tua carriera?
Mi chiedono continuamente riguardo questo mio cambiamento degli ultimi anni. Posso solo rispondere: ho quarant’anni che è una grande età per un uomo, sono padre di tre bambini, ho una famiglia. Mi sono divertito nelle commedie e ne farò altre in futuro ma ora ho la fortuna di trovare ruoli dopo poter esplorare la mia umanità senza che nessuno mi fermi in alcun modo. Non c’è nessuno ora che mi dice che rido troppo, che piango troppo, che sono troppo felice o troppo triste. Il dramma ti permette di esplorare al massimo le tue potenzialità. La commedia è più pericolosa da questo punto di vista e se vai troppo in profondità rischi di far affondare tutto il film. Ora sento il Matthew McConaugheybisogno di lavorare di più nel dramma dove posso delineare meglio le ossessioni di un personaggio senza che nessuno mi dica che sto esagerando.

Condividi le scelte del tuo personaggio di Interstellar?
Sono d’accordo con lui? Sì sono d’accordo… ma ho letto come va a finire! So quello che avrei fatto nella sua posizione. Almeno penso. Ci sono grosse conseguenze per ogni azione che lui compie. Lo potresti capire anche se facesse un’altra scelta. Alla fine penso che abbia fatto la scelta più coraggiosa e la scelta più difficile. Anche la più spaventosa.

Avresti fatto questo film anche se non fossi diventato padre?
Avrei potuto fare il film anche senza aver avuto bambini. Penso di sì. C’è un esperienza pratica che ho avuto con i miei figli che istintivamente ho portato dentro il personaggio di Cooper. Sono sempre stato a mio agio con i bambini ma sicuramente essere padre da quattro anni mi ha aiutato nella prova.

E’ vero che durante il primo incontro con Nolan non avete parlato del film?
Ero abbastanza sicuro che non fosse il tipo di regista che facesse qualcosa a caso. Ero abbastanza convinto che non fosse il tipo di regista che voleva vedermi solo perché pensava che potesse essere una buona idea scritturarmi. Ero sicuro che l’idea dell’incontro era stata presa individualmente da lui e non dallo studio. Sapevo che quell’incontro avrebbe portato a qualcosa di concreto. Abbiamo parlato di essere padri, essere uomini, abbiamo scherzato. Il mio sospetto è che volesse vedere che tipo di uomo fossi prima di chiedersi se potessi essere l’attore giusto per Cooper. Ho pensato che volesse capire se potevo essere un uomo non solo con cui lavorare per sei mesi ogni giorno ma anche un uomo con cui avrebbe dovuto girare il mondo un anno dopo, come stiamo facendo ora, dividendo delle avventure insieme.

Ti senti più un esploratore o un guardiano?
Sono un guardiano perché ho tre bambini e li devo proteggere. In passato potevo decidere di andare in Africa per un mese da solo così… all’improvviso con dieci ore al massimo di preavviso. Non lo faccio più. Lo farò quando cresceranno. Anche se c’è da dire che si muovo con noi molto spesso. I loro passaporti sono già stati timbrati parecchie volte. Sono stati qui in Italia già due volte. Vengono con noi. Sono stati a Calgary per due mesi a girare il film dove il nostro trailer era vicino ai campi di granturco. Mi considero entrambe le due cose: un guardiano e un esploratore.

Qual è per te il tema del film che ti affascina maggiormente?
Il messaggio che mi fa impazzire del film è che l’ambizione dell’umanità deve essere quella di superare le nostre individualità. Con l’apparente contraddizione che più siamo in grado di uscire da noi stessi, più saremo in grado di capire noi stessi. Mi è sempre capitato così nella vita: ho imparato di più dell’America quando ho lasciato l’America, ho imparato di più della mia casa quando l’ho lasciata, ho imparato di più di me stesso quando sono andato un po’ fuori… da me stesso… tornando in me abbastanza in tempo per scoprirlo. Il film è problematico e speranzoso riguardo l’umanità allo stesso modo. La capacità dell’umanità di superare i suoi limiti. E’ per questo che voglio che i miei figli lo vedano.

La mano che ti vediamo stringere in un momento particolarmente fondamentale del film in primissimo piano… è quella dell’attrice con cui recitavi in quel momento o di una controfigura?
No… no… era la sua. Dell’attrice!

Hai veramente picchiato Matt Damon?
Dovreste chiederlo a lui. Ma a proposito… di cosa state parlando? Non capisco proprio di chi stiate parlando… qui ci sono io (ovviamente sta scherzando ma coglie l’occasione per chiudere il nostro incontro con questo scherzoso atteggiamento da “diva”, N.d.R.).

Cosa ne pensate? Potete dircelo in questo topic del forum cinema.

Scritto da Jonathan Nolan e Christopher Nolan, il film vede nel cast Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Bill Irwin, John Lithgow, Casey Affleck, David Gyasi, Mackenzie Foy, Timothée Chalamet, Topher Grace, David Oyelowo, Ellen Burstyn, Michael Caine. Il fisico teorico Kip Thorne sta lavorando come consulente al film ed è produttore esecutivo assieme a Jake Myers e Jordan Goldberg. Questa la sinossi:

Il film racconta le vicende di un gruppo di esploratori che utilizzano un wormhole da poco scoperto per sorpassare i limiti del trasporto spaziale umano e superare le elevatissime distanze di un viaggio interstellare.

Quanto attendete il film? Potete dircelo votando il vostro BAD Hype! nella scheda.