C’è una commedia che prima ancora di essere stata scritta è stata preceduta da un trailer intitolato “Il primo film di Maccio Capatonda”:

 

 

La commedia in questione è Italiano Medio, il primo film diretto e interpretato da Marcello Macchia, meglio noto come Maccio Capatonda, e ispirato a uno dei suoi celebri “finti trailer” dallo stesso titolo uscito due anni fa:

 

 

Il film, prodotto da Medusa e dalla Lotus di Marco Belardi, è stato girato nelle ultime sei settimane (le riprese si sono concluse due giorni fa). Maccio, accompagnato da Herbert Ballerina e Ivo Avido, hanno presentato le primissime immagini del backstage al pubblico dell’area Movie di Lucca Comics & Games, che si è messo in coda davanti al cinema Astra ore prima dell’inizio dell’evento. Una sala gremita, quindi, che ha partecipato attivamente alla conversazione moderata da Wired con schiamazzi e citazioni dei vari personaggi degli attori sul palco.

Maccio, cosa puoi dirci film?

Maccio – Non abbiamo ancora scritto nulla e non sappiamo assolutamente cosa fare.

Herbert – In realtà sarà un film muto.

Maccio – E diciamo pure cieco.

Le riprese sono appena terminate. Come sono andate?

Maccio: Abbiamo finito l’altroieri, venerdì. È stato difficile e complicato. Ma ci ho messo tutto me stesso, è stata una grande sfida e tutte queste frasi di rito. Il punto è che volevamo raccontare questo universo degli italiani… che sono un popolo di… caproni. Caprone esprime tutta la nostra poetica.

Ok, ma avrete anche altri argomenti…

Maccio: Sì. La… scimitarra.

Herbert: E anche… E che ca**o me ne frega a me!

[risate e applausi vari]

Quali effetti speciali ci saranno nel film?

Herbert: Il pugno di pollice!

Maccio: In realtà sono io l’effetto speciale, ho fatto un bel taglio di capelli [mostra l’assurda capigliatura]. Per le riprese avevo deciso di utilizzare i miei capelli veri, ma a fine produzione mi sono detto: ora mi taglio i capelli così torno calvo come Maccio. Ma mentre me li tagliavo ho pensato alla possibilità di fare delle riprese aggiuntive… e così ho tenuto i capelli da un lato, per fare profili sinistri.

Herbert: Io posso dire che c’è una scena in cui esco fuori strada con un gippone. L’ho girata senza controfigure.

Ivo: Ma eri un passeggero! Non guidavi e si andava a 15 all’ora!

Herbert: Ok. Il primo effetto è quando l’alieno cade in acqua. E poi arriva un dinosauro.

 

maccio

 

Dopo i cortometraggi, le serie tv, i mediometraggi… come è stato confrontarsi con il cinema?

Maccio: A proposito del lungometraggio volevo dire che secondo me bisognerebbe concentrarsi più sul largometraggio, perché il cinema è largo. Quando abbiamo girato le prime inquadrature ho notato degli spazi ai lati, rispetto alla televisione. C’erano questi spazi a destra e sinistra vuoti, e così io li ho riempiti. Nel cinema c’è molto più spazio che nella televisione, e io l’ho riempito con attrici, comparse, oggetti di scena. Comunque per me è la prima volta che racconto una storia in 90 minuti, sono abituato a 1-2 minuti.

Herbert: Noi duriamo poco!

Maccio: Parla per te! E comunque la cosa più inaspettata, lo ripeto, è stata la larghezza del cinema. La lunghezza l’abbiamo compensata con la storia, perché il pubblico regge 90 minuti se una storia è bella. Se la storia fa schifo, invece, non regge niente. Speriamo che la storia piaccia.

Ma quindi durerà 90 minuti?

Maccio: Un’ora e mezza. Ma anche sei ore, non lo so, dobbiamo ancora montarlo. Potrebbe durare come Heimat. Potrebbe diventare una saga. Anzi, una sagra, la prima sagra cinematografica.

Ivo: Il trailer al quale ci siamo ispirati per il film è stato il primo di una serie di trailer “impegnati”: quando ci hanno proposto di fare un film abbiamo avuto una serie di idee originali, ma questo trailer aveva molte più potenzialità a livello narrativo. Poteva espandersi sia nell’aspetto demenziale che in quello serio.

Ma vi siete ispirati a Limitless per la tematica della pillola?

Maccio: Sì. E poi Luc Besson si è ispirato a noi per Lucy. Infatti gli faremo causa.

La storia del film sembra un po’ diversa da quella del trailer, sembra si sia evoluta. Potete raccontarci qualcosa del protagonista senza spoilerare?

Maccio: Sì. Muore. Ha capito di aver sbagliato tutto e si spara. [ride] No, vabbè, la sua storia è più approfondita. Ho iniziato a svilupparla facendo tantissimi disegni per le inquadrature, dei disegni animati. Ore e ore di disegni. Abbiamo approfondito tante tematiche, il film racconta lo sdoppiamento che viviamo tutti noi italiani e che anche io incarno. Ho proprio preso il mio caso come esempio per tutti, spero di non aver sbagliato, mi sono sempre considerato un esempio di italiano medio. E ho portato in scena la mia sofferenza. Il mio disagio, la mia insoddisfazione, LA MIA MORTE! Tra cui il fatto che oscillo costantemente tra la voglia di cambiare il mondo e la voglia di non fare un ca**o.

Ora che hai diretto un lungometraggio ti senti un vero regista?

Maccio: Se registro? Io registro molte cose, spontaneamente. No vabbé, diciamo che le definizioni non mi interessano, sono solo dei nomi. Io sono qui per fare. Sono del partito del fare.

Quanto avete improvvisato sul set?

Maccio: Il punto è che avevamo troppe scene da girare e pochissime settimane a disposizione, solo sei. Se farò mai un altro film sarà di una scena sola: sei settimane per una sola scena lunghissima dove tutto è improvvisato.

Ivo: Abbiamo improvvisato tantissimo con il cast, Rupert Sciamenna in primis. Maccio è un mago nel far recitare improvvisando dei casi umani.

Maccio: Ma il fatto è che le improvvisano perché non le sanno. Fanno tutto a caso.

Herbert: Io ho usato il metodo Foroni, che è arrivare sul set senza sapere niente, nemmeno dove si sta.

Maccio: Lui era proprio una tabula rasa.

Herbert: È che non avevo preconcetti e sovrastrutture. C’è anche da dire che avevo battute microscopiche, nessun lungo monologo.

Maccio: L’altroieri gli ho detto: “Ok, ora giriamo la tua battuta” E lui manco sapeva di avere una battuta. Un disastro.

Ma quindi chi è il peggiore durante le riprese?

Maccio: Direi Rupert Sciamenna. È penalizzato dalla sua tenera età. Non lo biasimiamo, ma certe volte impazzisco perché a volte parte bene ma arriva sempre il momento in cui si incarta e non riesce a dire nulla. Inizia a biascicare [gli fa il verso, ndr], anche nel controcampo: magari sta di schiena, ma sbaglia ugualmente e così fa sbagliare tutti. Anche se non è inquadrato. E anche quando dice bene una battuta, appena la finisce chiede: “Ma andava bene?” e la rovina totalmente.

E il più professionale?

Herbert: Rupert / Franco è anche il più professionale. Perché studia così tanto che quando poi gli dici “invece di dire ‘perché’ dì ‘come mai'” lui risponde: “No scusate non mi potete cambiare i testi”, perché si fissa sulla sceneggiatura.

Maccio si arrabbia sul set?

Ivo: Con Franco / Rupert ha questo rapporto di amore e odio incredibile. Nella prima scena che abbiamo girato, Rupert non si ricordava niente. Noi ci siamo abituati, ma la direttrice della produzione ci ha guardati e ha esclamato: “Ma è una tragedia! Dobbiamo sostituirlo subito!” Noi l’abbiamo tranquillizzata, Maccio e Rupert hanno fatto la solita litigata e poi ce l’abbiamo fatta.

Chi è invece che dà più soddisfazione?

Ivo: Quello che non si presenta sul set.

Maccio: Sicuramente Herbert è il migliore.

Herbert: Grazie, sono molto emozionato!

Maccio: Lui è presente fisicamente ma non mentalmente. La sua ingenuità, abbinata alla sua bellezza, creano un connubio perfetto per fare un film comico, bello, drammatico. Ed è anche molto professionale nonostante il metodo Foroni.

 

maccio

 

Ma qual è il vostro segreto? Avete cominciato dalla tv, poi c’è stato il web, poi di nuovo la tv, le serie tv, la radio… ora il film.

Il pubblico risponde in coro: “La Canalis!” [il riferimento è alla vita privata di Maccio]

No, ok, l’altro segreto!

Maccio: Una bella botta di… ! No, il segreto non lo so, non sono la persona preposta a saperlo.

Ivo: Il suo segreto è quello di essere pignolo e meticoloso, iper-professionale. È un pro e un contro, ovviamente. Sul set mette un mucchio di dettagli e riferimenti, e anche se nell’inquadratura non si notano lui vuole che siano presenti.

Herbert: È anche MOLTO bravo. È bravo, bello e simpatico. No, anzi, è capace. È riuscito a prendere dei casi umani e fargli fare delle cose divertenti. Se non è un merito quello!

Tu ti senti un po’ il papà degli YouTuber?

Maccio: In realtà dipende da loro. Io mi sono limitato a fare delle cose. Se loro vedono in me un padre… io non li ho mai messi al mondo però. Alcuni, comunque, li conosco, e mi dicono di essersi ispirati a me. Io li seguo spesso e penso siano bravissimi. È un apprezzarsi a vicenda. Potrei essere l’elemento di congiunzione tra il passato e…

Herbert: La minestra.

Maccio: No no, troppo uguale. Il POLPETTONE.

Tv, cinema, web. Ormai ne sapete più di tutti. Diteci tre regole per lavorare con questi mezzi.

Maccio: Sul cinema non ti dico nulla perché il film ancora non è uscito. Se sarà bello ti dirò tre regole. E se il film fosse brutto… avrò delle regole anche in quel caso. Ma se sarà brutto, voglio che sia brutto forte.

Herbert: Regola numero un per fare le cose sul web: avere la connessione a internet.

Ivo: Il web va trattato come gli altri mezzi di comunicazione. Spesso viene trattato come il fratello povero della televisione, ma bisogna metterci la stessa cura. Anche perché ora c’è l’alta definizione anche lì.

Maccio: L’altra cosa è: mettete sempre un caso umano, un morto, una tetta… quelle cose che ti fanno pensare “che forte!” È il modo migliore per fare IL PEGGIO.

Chi è il più tecnologico tra voi?

Maccio: Io uso la tecnologia solo per lavoro, perché non ho più tempo libero. Tutto quello che faccio è per lavoro, perché il mio hobby ora è diventato lavoro ma mi piace farlo anche come hobby.

E chi di voi usa i social per le ragazze?

Herbert: Io una volta. Ora mi sono tolto dal mercato perché sono sposato.

Maccio: Io quando avevo tempo libero li usavo per andare a letto con le donne. Ora lavoro anche nel tempo libero. Così non sono ricco e non ho più le donne. La mia insomma è una storia di disagio sociale. Anche quando vado al pub, in discoteca… cerco sempre cose che potrei usare nei miei lavori. È un morbo, il morbo dell’ideatore.

In conclusione, diteci un ricordo che vi portate dalle riprese.

Herbert: La cosa che mi ha fatto più schifo. Lui ha baciato un animale domestico.

Maccio: In quanto animalista, il mio personaggio ha un adorabile animale domestico – un topo di fogna. Che però a un certo punto muore. E allora io lo bacio, disperato. Bacio la carogna di topo. E per esigenze di riprese era vera. Ora posso dire di aver baciato un topo morto.

Il film uscirà il 12 marzo.