Si è svolta qualche giorno al Los Angeles County Museum of Art la prima proiezione ufficiale di Big Eyes, l’atteso biopic di Margaret e Walter Keane diretto da Tim Burton. Presenti nella sala anche alcuni giornalisti, e così ecco arrivare online le prime impressioni, che vi riportiamo qui sotto:

Variety:

Gli occhi saranno anche una finestra sull’anima, ma finiscono per rivelare troppo poco in Big Eyes, un resoconto poco convincente della frode perpetrata da Walter Keane, che riuscì a ingannare l’opinione pubblica spacciando i quadri di sua moglie come propri e ammassando così una fortuna. Nonostante la toccante interpretazione di Amy Adams, questo dramma relativamente onesto di Tim Burton viene concepito in maniera troppo ampia per riuscire a penetrare il mistero al centro del matrimonio infelice dei Keanes – che peraltro viene dipinto come sbilanciato verso un feroce orco dalle fattezze di Christoph Waltz che sembra tenere progressivamente il film in ostaggio.

Hollywood Reporter:

Questo agile, confuso, culturalmente curioso sguardo agli sposi creatori dei quadri kitsch “Big Eyes” dei primi anni sessanta trasuda un appeal eccentrico senza dubbio apprezzabile, mentre dipinge anche il quadro problematico della dominazione maschile e sottomissione femminile di mezzo secolo fa. Amy Adams e Christoph Waltz risplendono entrambi.

The Wrap:

Tim Burton può evolversi? Negli anni recenti il nome di Burton è diventato il sinonimo dell’auto-plagio e della bancarotta creativa, a partire dalle strisce bianche e nere fino ad arrivare alle interpretazioni teatrali di Johnny depp. Se il caldo e splendido Big Eyes, primo film senza Depp da oltre un decennio, è di qualche indicazione, la risposta è sì. Il più umano tra i film di Burton da Ed Wood, questo biopic della pittrice kitsch Margaret Keane segna un piccolo ma significativo passo verso la crescita artistica.

Indie Wire:

Piccolo dramma ambientato nel passato, carico di buone intenzioni, Big Eyes non è esattamente una catastrofe. Tuttavia il suo dipingere blandamente una storia affascinante che poteva forse essere meglio servita da un documentario non mostra alcuna prova della mente creativa visionaria che giace dietro la macchina da presa.

Screen Daily:

Evidenziato da due interpretazioni molto diverse – la pittrice silenziosa e sofferente Margaret Jeane e il marito manipolatore e gregario Walter – Big Eyes accontenta il pubblico placando le fioriture visive di Burton, uno sviluppo beneaccetto dai più.

Film School Rejects:

I momenti più potenti del film solitamente coinvolgono Margaret che discute cosa significano i suoi quadri per lei. Burton capisce il suo desiderio, la sua ambizione e la risposta che ottengono i suoi lavori. Anche se il regista non ha scritto la sceneggiatura, in una scena un critico d’alto livello interpretato da Terence Stamp parla di stile vs. kitsch con Margaret, e Burton sembra chiaramente confrontarsi e ridicolizzare il dibattito che spesso circonda i suoi film. Bit Eyes, comunque, è interessato a tutto fuorché al kitsch. Visivamente è un film straordinario, ma Burton si concentra su qualcosa di molto più importante.

Thompson on Hollywood:

Questa specie di biopic banale, diretto maldestramente, inizialmente sembrava puntare a un Oscar per Amy Adams, il cui talento purtroppo è sprecato con materiale simile. I personaggi sono completamente piatti: Margaret giace intrappolata nell’ombra del suo mostruoso marito. Lui ha fatto qualcosa di terribile, ma il film sembra indifferente.

In Contention:

Il risultato è un film molto strano. Il tono è piuttosto confuso. […] È il film meno Burtoniano di Burton, davvero.

Deadline:

Adams dà una interpretazione ricca di sfumature nei panni di Margaret, una madre single molto timida negli anni cinquanta dominati dai maschi, dove il suo secondo marito si appropria della sua arte diventando progressivamente intrappolato nella sua stessa bugia.

Il film è stato scritto da Scott Alexander e Larry Karaszewski, sceneggiatori di Ed Wood, ed è il quarto biopic a cui lavorano, dopo Ed WoodThe People vs. Larry Flint e Man on the Moon.

A finanziare, produrre e distribuire la pellicola vi è The Weinstein Company. La produzione è a cura di Alexander, Karaszewski, Burton e Lynette Howell della Electric City Entertainment. L’uscita americana è stata fissata per il 25 dicembre 2014.

In Italia il film sarà distribuito da Lucky Red il 1 gennaio 2015.