Durante la nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, BadTaste.it ha avuto il privilegio di scambiare quattro chiacchiere con Joe Dante, grande regista americano esploso negli anni ’80 e autore di indimenticabili pellicole come Piranha (1978), L’ululato (1981), Salto nel buio (1987), Matinee (1993) e Small Soldiers (1998). Uno dei suoi film più ricordati e amati è Gremlins (1984), arrivato nel da poco conclusosi 2014 a festeggiare i 30 anni di vita (il film fu distribuito in Italia il 16 novembre del 1984, N.d.R.).

Questo è il resoconto dell’incontro tra BadTaste.it e uno dei registi più amati da parte della generazione di cinefili che erano bambini, o anche adolescenti, negli anni ’80. Mr. Dante, ancora presente e attivo nel cinema contemporaneo con The Hole (2009) e Burying the Ex (2014; passato fuori concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia), ha avuto anche la grazia di dedicare un Happy BAD-Day a BadTaste.it in occasione dei dieci anni di vita del sito festeggiati sempre nel non lontano 2014.

I suoi auguri sono stati visti da un’intera sala cinematografica festante prima di una proiezione speciale di Gremlins all’ultimo Lucca Games & Comics organizzata proprio in occasione del compleanno di BadTaste.it.

Per tutti questi motivi… questa intervista con Joe Dante non poteva che trattare di uno e uno solo dei suoi bellissimi film.

 

A che punto si trovava Joe Dante nella sua vita all’epoca della realizzazione di Gremlins?
Joe Dante aveva 37 anni nel 1984. Sono passati 30 anni. Vi lascio dunque immaginare quanti anni io abbia adesso. All’epoca ero un 37enne molto fortunato perché quello era il mio primo grosso film per una major come la Warner Bros.

Ci fu molta pressione?
No, affatto. Fui lasciato completamente solo e lontano dallo studio perché Steven Spielberg era il produttore esecutivo . E se lavoravi con Spielberg come produttore esecutivo la faccenda… era sempre tra te e lui senza nessun intermediario. Il film era piuttosto inusuale per quell’epoca ma la fortuna fu che… nessuno se ne accorse alla Warner. Loro dicevano sempre: “Gremlins è qualcosa che facciamo per Steven. Lui ha questa sua piccola casa di produzione chiamata Amblin e vuole tanto fare questo film. Facciamoglielo fare”. E quindi possiamo dire che all’epoca non ci fu nessuna supervisione degli “adulti” e noi pazzi fummo liberi di fare quello che volevamo. E quello che volevamo… non era ciò che lo studio si aspettava da Gremlins. C’era molto sospetto alla fine delle riprese fino a che non cominciammo a fare qualche proiezione di prova e alla Warner rimasero sotto shock per quello che vedevano durante quelle proiezioni.

Cioè?
Le nostre preview di Gremlins furono qualcosa che io auguro veramente possa accadere ad ogni mio collega, almeno una volta nella vita. Era un film che veniva fuori dal nulla, diretto da un semi-sconosciuto e improvvisamente ecco che il pubblico rideva, applaudiva, strillava e si divertiva come un matto. A quel punto lo studio cominciò a pensare: “Mmm… forse abbiamo qualcosa per le mani. Interessante”. E alla fine Gremlins è diventato uno dei più grandi successi di quel fatidico per me 1984 (il film uscì negli Stati Uniti l’8 giugno 1984, N.d.R.).

La Warner si aspettava un film per bambini?
Assolutamente. Il film fu venduto come un prodotto per bambini. Nel manifesto c’erano queste buffe zampette che uscivano da un pacco e tutti pensarono alla Warner: “Ok, certo. Sarà il figlio di E.T.“. Ed ecco perché quando si arriva alla scena del gremlin messo nel microonde per poi esplodere… molti executive della Warner impazzirono perché non era qualcosa che si aspettavano dal nostro piccolo film. I bambini, invece, gradirono molto soprattutto quella scena. Non c’è niente da fare: il modo in cui gli adulti vedono il mondo dell’infanzia e il modo in cui i bambini sono realmente… crea sempre un gap generazionale che film come Gremlins spiegano meglio di ogni altra cosa.

Aveste dei problemi per la scena del microonde?
C’era questa concreta paura che ogni bambino americano sarebbe tornato a casa e avrebbe messo il suo gatto nel microonde. Non accadde mai!

Spielberg era cosciente del fatto che il film era un E.T. al contrario? Una sorta di sua feroce parodia?
Steven creò la Amblin perché voleva realizzare film che avrebbe voluto vedere lui per primo al cinema senza avere la responsabilità di doverli dirigere. Era uno strano processo mentale perché lui voleva produrre film che sinceramente adorava ma che non avrebbe mai voluto dirigere da regista per evitare di avere problemi con le major con cui ormai aveva a che fare.

GREMLINSbassaCome è stato possibile concepire l’apparizione dei gremlins non prima del minuto 46? Oggi sarebbe impossibile…
Era una cosa che volevamo fare e che avevamo chiarissima nella nostra testa. La prima ora del film è La vita è meravigliosa (1946) di Frank Capra. E’ per questo che lo faccio trasmettere in televisione. Ci troviamo in una piccola città dove tutti si conoscono e c’è un capitalista pericoloso che sta mettendo a rischio l’ordine sociale. E’ puro Capra. Poi, una volta che Gizmo si bagna e le regole vengono infrante… il film diventa Gli uccelli (1963) di Hitchcock dove all’improvviso la città viene attaccata da forze che nessuno bene riesce a capire ma che sono state scatenate dai cittadini stessi. Non possiamo dire che questa divisione Capra/Hitchcock fosse una formula all’epoca perché la inventammo lì per lì per cercare di dare qualcosa di diverso agli spettatori.

Era un film dove si sentiva la voglia di distruggere la società americana. O stiamo esagerando?
Quando il vecchio cinese torna per riprendersi Gizmo dice alla famiglia Peltzer che si sono comportati con Gizmo come gli americani si comportano con ogni singolo dono della natura. Cioè sfruttandolo. C’è in tutto il film una critica subliminale nei confronti dell’uso americano del potere. Questo sicuramente. Poi c’è una ricca tradizione narrativa negli Stati Uniti che noi chiamiamo: “Città con un segreto”. C’è una lunga tradizione di film su cittadine americane apparentemente idilliache dove però qualcosa di strano striscia oltre l’apparenza solare. Gremlins può essere visto anche come un film appartenente a quella categoria. Ogni cosa sembra normale ma poi salta tutto in aria.

C’è qualcos’altro oltre alla scena del microonde per cui avete dovuto combattere con la Warner nonostante la “safe zone” in cui vi aveva collocato Spielberg?
Il motivo per cui Phoebe Cates odia il Natale… lo studio voleva tagliarlo in tutti i modi. Spielberg a un certo punto disse: “Lasciateglielo… arriva al minuto 55… chi se ne importa!”. Poi, come dicevo prima, le proiezioni test con il pubblico andarono così bene da tutti i punti di vista che anche il terribile aneddoto della Cates riguardo il motivo per cui il suo personaggio odiava tanto il Natale… fu tenuto. Quel momento di film era per me molto importante. C’era il concetto del cadere sulla buccia di banana. Tutti ridono quando vedono qualcuno che cade su una buccia di banana ma se quel qualcuno sei tu… poi alla fine non c’è più molto da ridere.

E’ un momento splendido del film. C’era nella sceneggiatura di Columbus?
Sì… ma non doveva dirlo la Cates bensì un personaggio minore il quale era il proprietario del McDonald. Lì c’era una scena bellissima in cui i gremlins mangiavano tutte le persone che erano dentro il McDonald… ma lasciavano lì tutto il cibo! Non c’è bisogno che ti dica che quella scena fu rimossa dal film senza nessuna pietà.

Il film fu così difficile da girare come ricordano tutti?
Fu realmente massacrante. Gli effettisti che lavoravano con i gremlins oggi li avrei potuti tenere attaccati al pupazzo in posizioni molto comode per poi toglierli digitalmente in postproduzione. All’epoca non potevamo fare niente di tutto ciò. Stavamo inventando tutto in quel momento. Ogni singola azione doveva avvenire davanti alla macchina da presa per cui dovevamo nascondere gli effettisti dentro le scenografie del film e oggi, se vi va, potete divertirvi con il vostro blu-ray di Gremlins a vedere se riuscite a scovare tutti i membri della troupe che non riuscimmo a nascondere poi così tanto bene. E’ stato un massacro. L’ultimo mese e mezzo abbiamo dedicato tutte le riprese solo ed esclusivamente ai gremlins. Differenti velocità, differenti lenti, differenti angolazioni, tutto molto sperimentale.

Quanto era accurata la sceneggiatura di Chris Columbus dal punto di vista delle caratteristiche dei gremlins?
E’ buffo ricevere domande sulla sceneggiatura di Chris perché se ormai siamo abituati a vedere e rivedere i film… lo stesso non si può dire delle sceneggiature. Non c’è mai nessuno che va a rileggere le sceneggiature del passato e anche io non ricordo ormai molto bene il rapporto preciso tra pagina scritta e inquadrature di Gremlins. Sicuramente ricordo che alcune delle cose che erano scritte in sceneggiatura erano fisicamente impossibili da ottenere con i mezzi e budget che avevamo all’epoca. Avevamo una lista sul muro che elencava alla troupe: “Cose che i gremlins non devono fare a Gizmo!”. In parte perché Gizmo continuava a rompersi e la crew stava avendo un esaurimento nervoso per questo motivo. In parte perché dovevamo effettivamente cambiare alcune cose della sceneggiatura perché erano semplicemente irrealizzabili. Gizmo non poteva camminare, ad esempio. Uno degli aspetti più complicati del film fu proprio questo passaggio brutale dalla sceneggiatura allo schermo ed ecco perché dovemmo tutti ridisegnare e riscrivere delle nuove regole per non perdere di vista il senso della storia di Chris Columbus.

 

gremlins

 

Ogni personaggio ha una scena forte e decisiva. Rivedere oggi il personaggio di Corey Feldman fa molto ridere ripensando al prologo di Ted di Seth MacFarlane… perché sostanzialmente lui se ne frega di Gizmo e dopo due secondi sposta la sua attenzione su un’altra cosa come fa tutto il mondo con Ted dopo un’iniziale meraviglia per le sue caratteristiche magiche…
La parola chiave è blasé. I ragazzini osservano una cosa e poi spostano la loro attenzione su altro. Lo fanno sempre anche solo per non passare per dei creduloni insicuri. Il personaggio di Corey Feldman è quello che ha una relazione più intensa con Gizmo. Quando gli parla è totalmente credibile e tu pensi veramente che abbia a che fare con una creatura vivente. L’altro personaggio che reagisce in modo così credibile a Gizmo… è il cane. Il cane è realmente fantastico.

È bellissimo vederlo reagire preoccupato quando Mr. Peltzer sembra mettere in discussione il futuro ruolo dei cani come animali domestici una volta che creature come Gizmo prenderanno piede…
E’ vero. Era così umano e naturale quel cane. Il miglior cane con cui abbia mai lavorato. A un certo punto al montaggio era diventato un tormentone. Quando avevo grosse difficoltà a montare una scena, dicevo a tutti: “Abbiamo altre inquadrature del cane? Mettiamo il cane qui e vedrete che andrà tutto bene”. E’ stato veramente difficile girare le scene con lui e i gremlins perché lui credeva veramente che fossero vivi e ogni volta provava ad azzannarli e noi dovevamo correre per bloccarlo. Veramente un gran cane.

Qual era il suo nome?
Nel film Bernie e nella realtà… Mushroom. Ora è andato nel paradiso dei cani ma lo ricorderemo sempre con affetto per il suo ottimo lavoro in Gremlins.

La tua scena preferita?
I gremlins che vedono Biancaneve e i sette nani (1937) e tu realizzi che il film è così bello che effettivamente anche i gremlins sembrano apprezzarlo senza voler distruggere niente. Adoro anche la scena in cucina dove la madre è intenzionata a difendere il suo territorio a tutti i costi.

La signora Peltzer sembrava la Ripley di Sigourney Weaver con quei capelli…
E’ vero. C’era qualcosa di Ripley che volevamo mettere in lei.

Come vorresti concludere questo tuo ricordo di Gremlins?
Fu il film che volevo fare. Ci misi tutto me stesso. Fu il film che diede una spinta vertiginosa alla mia carriera. Fu il film che, forse, solo io potevo dirigere in quel momento negli Stati Uniti d’America. E’ molto buffo perché per il sequel del 1990 lo studio venne da me trafelato dicendomi: “Joe abbiamo cercato in tutti i modi di non fartelo dirigere ma visto che non capimmo niente del senso dell’originale e non abbiamo trovato nessuno che riesca a farlo… pensiamo che anche questo film dovresti girarlo tu”.

Come ti approcciasti mentalmente al sequel Gremlins 2 – La nuova stirpe?
Avevo l’intenzione di fermare qualsiasi altro sequel. E ad oggi posso dire che… ci sono riuscito! Se devo essere sincero, il sequel di Gremlins mi rappresenta ancora di più ma effettivamente i nostri ricordi migliori devono essere dedicati all’originale. E’ incredibile, se ci pensi, che dopo 30 anni stiamo ancora qua a parlare di un film del 1984. Davvero incredibile.