La DreamWorks Animation ha annunciato i dati fiscali dell’ultimo trimestre del 2014, confermando una perdita netta di 263.2 milioni di dollari, che corrispondono circa a 3 dollari per azione.

La maggioranza della perdita (210 milioni di dollari) è dovuta alle tasse anticipate per la recente ristrutturazione (il licenziamento di 500 persone, ovvero il 18% dello staff, ha significato una spesa di 54 milioni di dollari in obblighi contrattuali e costi di chiusura rapporto di lavoro). Ci sono poi i 57.1 milioni di dollari di perdita netta dati dalla scarsa performance al botteghino di I Pinguini di Madagascar, nonostante i 358 milioni di dollari in incassi mondiali. Degli ultimi sei film della DreamWorks Animation, quattro hanno registrato delle perdite. L’abbandono dei progetti di B.O.O.: Bureau of Otherworldly Operations e Monkeys of Mumbai costeranno invece alla compagnia ben 155.5 milioni di dollari.

Nel comunicare questi dati sconfortanti, il CEO Jeffrey Katzenberg ci ha tenuto a precisare che “il morale nella compagnia è altissimo nonostante le ultime otto settimane siano state le più difficili e dolorose della nostra storia ventennale”. Nel contempo, Katzenberg ha annunciato che a breve verrà venduto il quartier generale della compagnia, lo storico edificio a Glendale in California, che riempirà le casse della società con 185 milioni di dollari in liquidità.

Secondo Katzenberg, se l’unico film previsto per quest’anno (Home) raggiungerà il breakeven o genererà profitto, allora l’obiettivo annuale della compagnia verrà raggiunto. Costato 135 milioni di dollari (il marketing lo copre la 20th Century Fox, che distribuisce le pellicole DWA in tutto il mondo), dovrà raccoglierne almeno il doppio in tutto il mondo per non andare in perdita. L’uscita è prevista tra un mese negli USA.

Per evitare ulteriori perdite, la DreamWorks ha ridotto il numero di film in produzione, rinviato alcune date di uscita e fissato a 120 milioni il tetto massimo di spesa per ogni pellicola. Va detto che quest’anno la compagnia dovrebbe giovare della diversificazione delle proprie revenue (in particolare grazie alla divisione televisiva, che ha stretto da poco un accordo con Netflix e uno con HBO Asia, e al licensing delle proprietà intellettuali).

Fonte: CB