Naturalmente la spiegazione non è delle più semplici e intuitive e non prevede la presenza di una star hollywoodiana intrappolata in un tesseratto intenta a comunicare a livello multidimensionale con la propria figlia, ma, in buona sostanza, quanto enunciato da Stephen Hawking dà ragione – per lo meno in senso lato – a Interstellar: è possibile uscire da un buco nero.

Durante una lettura al KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma, il fisico britannico ha enunciato una nuova teoria secondo cui tutto quello che viene risucchiato da un buco nero resterebbe effettivamente intrappolato nell’Orizzonte degli Eventi, la sfera che circonda il buco da cui si suppone nulla possa sfuggire. Tuttavia, quello che termina al suo interno potrebbe comunque riemergere nel nostro universo, o in uno parallelo, grazie alle Radiazioni di Hawking.

Sostengo che le informazioni non vengono immagazzinate all’interno del buco nero, come si potrebbe lecitamente aspettare, ma nel suo confine, l’Orizzonte degli Eventi. L’idea è che queste traslazioni siano degli ologrammi delle particelle introdotte che perciò contengono tutte le informazioni che altrimenti andrebbero perse.

Tuttavia, difficilmente lo stato in uscita sarebbe uguale a quello in entrata:

Le informazioni delle particelle introdotte verrebbero restituite, ma in una forma alquanto caotica, inutile. Sono informazioni paradossali, che hanno perso qualsiasi utilità pratica. Il messaggio di questa lettura è che i buchi neri non sono così neri come vengono dipinti. Non sono le prigioni eterne che si pensava fossero fino a un po’ di tempo fa. Le cose possono fuoriuscire da un buco nero, magari anche in un altro universo.

Sabine Hossenfelder, dell’Istituto Nordico di Fisica Teorica afferma:

Sta dicendo che l’informazione è già presente due volte fin dall’inizio, per cui, tanto per cominciare, non viene proprio distrutta dal buco nero. O, per lo meno, è quello che ho capito io.

 

FONTE: Telegraph

 

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