C’è qualcosa di strano, quasi atipico nell’incontrare attori che sono stati lanciati nell’empireo delle star di Hollywood dall’Universo Cinematografico della Marvel durante eventi stampa collegati alla promozione di progetti che non hanno nulla a che vedere con i popolarissimi blockbuster della corazzata pilotata da Kevin Feige e soci.

Sarà per la necessità di dover supportare un lungometraggio che, magari, non ha dalla sua il traino di un franchise corale che va avanti da quasi dieci anni e proseguirà per chissà quanto altro tempo ancora, sarà per la volontà dei nomi via via coinvolti di dimostrare che “oltre alla Marvel c’è di più”.

Fatto sta che occasioni del genere finiscono per essere sempre alquanto differenti, nei toni e nello svolgimento, “dall’allegro cazzeggio” dei press tour marveliani, così simili a una gita di classe collettiva.

Per quel che mi riguarda, non mi sarei mai e poi mai aspettato di ritrovarmi al junket di Jurassic World a Parigi seduto per venti minuti di fianco a un Chris Pratt intento a raccontare, con estrema leggerezza e trasporto genuino, di risse nei bar, di come una volta abbia rischiato di essere cancellato via dalla faccia del pianeta per via di un alce e di come a vent’anni, vivesse homeless a Los Angeles nel retro del suo furgone, senza il becco d’un quattrino e senza uno straccio d’ingaggio.

E qualche giorno fa a Roma è successa una cosa analoga.

Ero perfettamente consapevole del background culturale di Tom Hiddleston, uno che è sì diventato famoso grazie all’ingannatoria divinità asgardiana Loki (disponibile anche in comode action figure da 14,90€ in ogni centro commerciale del globo), ma che come ogni attore britannico uscito dalla Royal Academy of Dramatic Art potrebbe parlare in pentametri giambici per 24 ore su 24 con la stessa scioltezza con cui Eminem rappa. Eppure non avrei di certo previsto che mi sarei ritrovato a discutere con lui di femminismo e spiritismo, scoprendo, nel mentre, la nostra comune passione per i racconti di M. R. James, scrittore che, nella terra d’Albione, viene riconosciuto come il massimo autore di cosiddette Ghost Stories, ma che, una volta lasciate alle spalle le bianche scogliere di Dover, è noto più che altro dai cultori della materia.

Ma è, difatti, quanto avvenuto durante la roundtable romana del junket di Crimson Peak tenutasi il 28 settembre di cui, a seguire, trovate il resoconto.

Il tutto in attesa delle nostre videointerviste esclusive realizzate con il già citato Tom Hiddleston e con la co-protagonista Mia Wasikowska.


 

 

Disclaimer: trattandosi di una tavola rotonda cui erano presenti una decina circa di giornalisti, abbiamo evidenziato le domande pòste direttamente da BadTaste.it

 

Cosa ti è piaciuto nella storia del film e del personaggio? La sua ambiguità? Il suo fascino?

Gli strati del suo carattere, della sua personalità. È così complesso, molto attinente a quelli che sono i tratti tipici di questi personaggi nei romanzi gotici. All’inizio del film viene presentato come una persona carismatica, elegante, raffinata, un gentleman che cattura l’attenzione di Edith perché c’è qualcosa in lui… Una sorta di magnetismo. Ma dietro questa facciata c’è un enorme senso di colpa, di vergogna. Tragedie del passato. Ma è anche vulnerabile e proprio per colpa di questa sua vulnerabilità s’innamora di Edith. E grazie all’amore riesce a trovare una nuova forma di coraggio. La sua complessità, il suo profondo romanticismo… È questo ciò che mi ha colpito di più. In aggiunta a tutte le varie sfumature che assume nel mentre. Parte in modo romantico e poi, alla fine, riesce a trovare il coraggio dentro di sé.

BadTaste.it: Sappiamo bene o male tutti che all’inizio era prevista la partecipazione di Benedict Cumberbatch per il ruolo di Sir Thomas Sharpe. A che punto sei entrato in ballo tu e come è avvenuto? Si è trattato del solito iter di agenti?

Suppongo che qua siamo tutti mediamente consapevoli di come funzioni l’industria del cinema. Gli attori e le attrici sono continuamente collegati a questo o quel progetto. Ma la realtà dei fatti è che spesso si tratta di trattative non finalizzate. Onestamente non so quanto profondo fosse il coinvolgimento di Benedict. Tutto quello che posso dire è che lui non ha trascorso quattro mesi lavorando a Crimson Peak come ho fatto io. Penso che alla fine non abbia preso parte alla pellicola perché aveva degli altri impegni. Inizialmente neanche Mia doveva interpretare Edith, ma ora non riesco neanche lontanamente a immaginare qualche altra attrice nei panni di questo personaggio. In ogni caso, Guillermo voleva con tutto sé stesso che il film diventasse realtà, mi ha fatto leggere lo script – suppongo che abbia anche apportato delle modifiche a Thomas, ma di questo dovresti parlare con lui perché non conosco questi dettagli. Poi dopo sono i soliti passaggi che contraddistinguono questa industria. Guillermo ha chiesto al suo agente di chiamare il mio, mi hanno girato lo script, poi io e Guillermo ci siamo scambiato l’indirizzo e-mail e abbiamo cominciato a parlare direttamente fra di noi, direttamente. È avvenuto tutto molto in fretta. Ho letto la sceneggiatura di mercoledì, sono volato a Toronto il giovedì e il venerdì mattina stavo facendo colazione con Guillermo. Quello stesso pomeriggio mi ha fatto fare un tour negli uffici di produzione, mi ha mostrato un modello della magione, ho incontrato la costumista… È accaduto tutto molto velocemente. Ed è stato tutto molto emozionante.

Crimson Peak cita in maniera abbastanza palese altre pellicole, s’ispira a romanzi. Tu come ti sei preparato per calarti nel personaggio? Ti sei basato su altri attori o, magari, immagini specifiche?

Mi ha aiutato molto l’egregio lavoro della nostra costumista, Kate Hawley. Ha un’impronta fortemente visuale. Quando ci siamo incontrati mi ha mostrato delle tavole di pittori che dovevano servirmi per capire il mood del personaggio. Uno in particolare mi ha colpito molto, un quadro di Caspar David Friederich “Viandante sul mare di nebbia”… La silhouette dell’individuo raffigurato di spalle nel dipinto… la trovo estremamente romantica. Un uomo che fronteggia il proprio futuro di cui non vediamo neanche il volto, che si staglia su questo mare di nebbia che sembra quasi in tormenta. Poi, non ricordo di chi fossero, dei ritratti di Lord Byron, le prime raffigurazioni di Heathcliffe da Cime Tempestose. Aveva delle idee straordinarie per rappresentare visivamente la sessualità del personaggio e il suo profondo legame con il luogo, con la casa in cui vive che sta letteralmente sprofondando nella terra su cui poggia le basi. Aveva anche un enorme bagaglio iconografico di miniere dell’epoca da mostrarmi. È stato tutto molto stimolante, insieme ai libri che Guillermo mi ha consigliato di leggere – o rileggere – per afferrare bene il contesto.

BadTaste.it: So che Guillermo del Toro ha voluto materialmente ricostruire la casa in cui si svolge Crimson Peak, con tanto di ascensore realmente funzionante e con CGI limitata al minimo. Rispetto ai cinecomic Marvel, lavorare a una pellicola come questa si è tradotto in un’esperienza più fisica, con un’interazione maggiormente “pratica” con quello che ti circondava?

Beh, direi proprio di sì. Come attore, ti posso dire che mi trovo maggiormente a mio agio nell’avere a che fare con un set fisico. La chiave per fare bene questo lavoro è comunque quella di risultare credibile in circostanze immaginarie. E meno devi lavorare con la tua immaginazione, più semplice diventa questa operazione. E a me piace lavorare in costume su location “fisiche”. Per Crimson Peak si è trattato di una transizione realmente emozionante perché è stato come mettere materialmente piede in un mondo parallelo. Un lavoro fatto in questo contesto fantastico in cui potevi, fisicamente, vivere all’interno della terrificante magione del film. Quindi, nuovamente, ti dico di sì.

Uno degli aspetti più interessanti di Crimson Peak è di sicuro la relazione fra il tuo personaggio e quello interpretato da Jessica Chastain. Cosa ci puoi dire a riguardo? Come avete strutturato il loro rapporto?

Quella fra Thomas e sua sorella è un’affascinante esposizione di danni, di traumi interiori. Un fratello e una sorella che hanno, alle spalle, un’infanzia costellata di tragedie. Ed è la condivisione di questa infanzia, fatta di abusi fisici e psicologici, a tenerli così fortemente uniti. Queste esperienze li hanno plasmati, rendendoli quello che sono diventati da adulti. Dal mio punto di vista, Thomas sta intraprendendo una lotta per liberarsi dall’oppressione del passato. Lucille è un personaggio estremamente interessante, attraversato da una vena di crudeltà. E questa crudeltà è figlia della sua paura. È terrorizzata dal mondo, dal giudizio del prossimo. Ha paura di quello che le potrebbe accadere, ha paura di ogni cosa. Jessica, Guillermo e io abbiamo parlato a lungo di loro, perché volevamo avere un quadro ben preciso della loro infanzia. C’è una citazione da Josephine Hart che si adatta benissimo a loro: “le persone che hanno subìto dei traumi sono le più pericolose, perché sanno come sopravvivere”. Penso sia un titolo molto appropriato per la loro relazione.

Possiamo definire Thomas come un Casanova dark, che deve sedurre le donne per perseguire i suoi obbiettivi? Sfruttando le conseguenze dell’amore, per così dire.

Direi che nel suo caso però di tratta di conseguenze estremamente benefiche. Credo si tratti di una situazione crimsonpeaktominteressante perché molto spesso, in questo genere di storie, lo straniero alto e dark ha un certo magnetismo. Tutti noi, come fruitori di questo genere di vicende, siamo ormai abbastanza avvezzi allo stereotipo di Mr. Darcy o il già citato Heathcliffe. Ci sentiamo magneticamente attratti da loro. Molto spesso, dietro una maschera di orgoglio, si nasconde una persona estremamente per bene. Per Thomas, Guillermo ha creato un profilo simile, solo che, dietro questa facciata, c’è un mondo di dolore più grande e intenso, composto dai già citati traumi. Guillermo ha voluto giocare con questi elementi e con le relative aspettative del pubblico. E nonostante tutto questo, alla fine, Thomas troverà un modo per diventare un uomo migliore.

Che ci dici circa il lavorare su un genere, il gotico, che non è poi così frequentato oggigiorno?

Trovo che la passione che pervade il film sia realmente trascinante, le emozioni che convoglia e che si basano sull’impegno di tutti quelli che ci hanno lavorato. Credo anche che ci sia qualcosa di fortemente catartico nella visione di Crimson Peak. Guillermo ha chiesto a me, a Jessica e a Mia di metterci davvero tanta passione perché i nostri sono personaggi che vivono di emozioni intense. Come attore si è trattato di un impegno davvero piacevole. Se Guillermo fosse qui direbbe “le emozioni non sono cool”. Ma lui ha voluto riportarle in scena.

BadTaste.it: Possiamo dire che, in un certo qual modo, Crimson Peak è un film molto femminista? Da una parte c’è il personaggio di Jessica che reagisce ai soprusi di un tempo con la follia, la crudeltà, dall’altro Mia, simbolo di quell’emancipazione femminile avvenuta anche tramite la scrittura…

Assolutamente sì. Ne abbiamo discusso moltissimo. Guillermo voleva che le donne fossero al centro della storia. Le voleva forti, indipendenti e penso proprio che la tonalità più potente di Crimson Peak sia proprio data dall’eroina della vicenda, Edith, che, normalmente, verrebbe salvata dall’eroe maschile e che invece qua trova la forza di provvedere a sé stessa. È un’affermazione molto potente. Il centro stesso di Crimson Peak è costituito dalla battaglia fra due donne in cui una è del tutto piena, ricolma di purezza d’animo, onestà e amore, mentre l’altra è attanagliata dalla paura. Ammiro davvero Guillermo per aver ideato due personaggi come quelli interpretati da Mia e Jessica. Ma penso che ancora non si sia fatto abbastanza a Hollywood per fare più film come questi, in cui le donne sono il centro e le protagoniste di tutto l’impianto narrativo.

Sei affascinato dal paranormale?

È buffo, sto parlando di Crimson Peak ormai da un po’ e i giornalisti mi fanno questa domanda di continuo [Ride, ndr.]. E non è assolutamente per criticare la domanda eh, è solo che in genere la mia risposta è alquanto articolata! Innanzitutto credo che tutti i bambini siano naturalmente affascinati dai fantasmi, dal paranormale, è qualcosa che colpisce la loro immaginazione a livello praticamente istintivo. Di certo accadeva, e accade, con la mia. Adoravo le storie di fantasmi da piccolo. Particolarmente quelle di M.R. James. E amavo tantissimo Ghostbusters. Ora che sono adulto non posso con certezza dire che… Mi spiego, c’è un mio carissimo amico, una persona di incredibile acume e intelligenza, che mi ha spiegato l’impossibilità fisica dell’esistenza dei fantasmi. In ogni caso, credo che i palazzi, le abitazioni possano in qualche modo “conservare” l’energia degli eventi che si sono svolti al loro interno. Sono stato in case davvero molto vecchie in Inghilterra e mi è successo di avvertire qualcosa, un brivido nell’aria che non so davvero spiegare in termini razionali. Poi, andando via da questo o quel luogo, mi è capitato di sentirmi dire a latere “ma lo sai che lì è dove è accaduto questo e quest’altro e dove è stato ucciso tal dei tali?”. Diciamo che mi piace manterere una mentalità piuttosto aperta in tal senso.

BadTaste.it: In quei contesti hai provato a fischiare come nel racconto di M.R.James?

Oh, Whistle and i’ll come to you my lad! Grande, lo conosci anche tu! No, neanche per idea ero davvero troppo terrorizzato per farlo! Sì, è uno dei miei racconti preferiti, davvero meraviglioso!

Cosa porterai con te di questa esperienza avuta con Crimson Peak? Parlo a livello tanto personale quanto artistico.

Grazie davvero per questa domanda. È abbastanza risaputo che Guillermo è una persona sempre molto entusiasta, un vero fan del cinema che mette tantissima passione, una notevole energia positiva in quello che fa. È un uomo dal cuore d’oro, molto divertente, molto critico di sé stesso. Penso che l’aspetto di lui che dall’esterno è meno noto è la sua saggezza. E sono davvero grato di aver avuto questa opportunità, di aver trascorso del tempo insieme a lui e di essere stato accompagnato dalla sua saggezza. E ritengo che siano sensazioni che traspaiono dai suoi film. Sono stato a cena con lui giusto la settimana scorsa a New York, mi ha parlato della sua famiglia, di come nella vita siano sempre sostanzialmente due le forze che ci muovono: l’amore e la paura. E di come ogni giorno noi possiamo scegliere di agire in base all’una o in base all’altra.

 

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Questa la sinossi ufficiale:

Quando il suo cuore viene rapito da un attraente sconosciuto, una giovane donna viene trascinata in una casa in cima ad una montagna fatta di argilla rosso sangue: un posto pieno di segreti che la perseguiteranno per sempre. Tra desiderio e tenebre, mistero e pazzia, giace la verità dietro Crimson Peak.

La release è fissata al 16 ottobre 2015, in Italia al 22 ottobre. Nel cast di Crimson Peak troviamo Tom Hiddleston, Charlie Hunnam, Jessica Chastain e Mia Wasikowska. La Legendary Pictures produce il film. La Universal Pictures si occuperà della distribuzione mondiale.

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