Ghost in the Shell, da poco entrato in produzione, è l’ultimo film hollywoodiano a ricevere accuse di “whitewashing” (sbiancamento).

Le critiche sono fioccate sui social network per il fatto di aver dato a un’attrice americana (Scarlett Johansson) un ruolo che, per rispetto al materiale di partenza, avrebbe dovuto essere offerto a un’attrice giapponese.

Non ho niente contro Scarlett Johansson visto che di fatto sono una sua grande fan” ha commentato ad esempio Ming-Na Wen (di Agents of S.H.I.E.L.D.), “sono soltanto contraria a qualunque esempio di sbiancamento come in questo caso“.

Non ha di certo aiutato un report apparso nelle ultime ore secondo cui la Paramount avrebbe effettuato dei test in CGI per rendere l’aspetto dell’attrice protagonista più “asiatico”.

Max Landis è così intervenuto per dire la sua sulla questione.

L’unica ragione per cui arrabbiarsi riguardo la presenza di Scarlett Johansson in Ghost in the Shell è il fatto che non sappiate come funzioni l’industria del cinema” ha commentato lo sceneggiatore sottolineando che “ce l’avete con le persone sbagliate“.

Il problema – ha proseguito – va oltre la Paramount, il regista, l’attrice e l’industria del cinema: è una questione culturale. “Circa 10 anni fa Hollywood ha smesso di sfornare grandi star. Ci sono sempre meno attori al giorno d’oggi che significano qualcosa“.

 

Alcuni fan hanno sostituito il volto della star americana sui social con quello di Rinko Kikuchi (Pacific Rim)

Alcuni fan hanno sostituito il volto della star americana sui social con quello di Rinko Kikuchi (Pacific Rim)

 

Soltanto 10-15 attori e 5 attrici (tra cui Scarlett Johansson), stando a Landis, potrebbero sostenere un film sulle proprie spalle e portare la gente al cinema. È chiaro che, in virtù di un film ad alto budget come Ghost in the Shell, Scarlett Johansson fosse l’unica opzione (anche in virtù degli ottimi incassi di Lucy di Luc Besson N.d.R.).

Quindi se siete furiosi a riguardo, fate bene. Ma non prendetevela con qualcuno nello specifico, ma con il sistema“.

A seguire il video con lo sfogo del filmmaker.

 

 

Basato sull’opera di fantascienza acclamata in tutto il mondo, Ghost in the Shell racconta la storia di Major, un agente speciale, un ibrido tra cyborg e umano unico nel suo genere, che guida la task force speciale Section 9. Incaricata di fermare i più pericolosi criminali ed estremisti, la Section 9 dovrà confrontarsi con un nemico il cui obiettivo singolare è quello di annientare i progressi nel campo della cyber technology della Hanka Robotic.

A dirigere la pellicola c’è Rupert Sanders, regista di Biancaneve e il Cacciatore, su uno script di William Wheeler. Alla produzione Avi Arad, Ari Arad e Steven Paul.

Nel cast troviamo, oltre a Scarlett Johansson, anche Beat Takeshi Kitano (Daisuke Aramaki), Juliette Binoche ( Dr. Ouelet), Michael Pitt (Kuze), Pilou Asbæk (Batou) e Kaori Momoi. I componenti della Sezione 9 sono interpretati da Chin Han, Danusia Samal, Lasarus Ratuere, Yutaka Izumihara and Tuwanda Manyimo.

I diritti del manga futuristico del 1989 creato da Masamune Shirow, che in Giappone è stato riadattato in varie forme (serie tv, videogiochi, film), sono stati acquisiti dalla DreamWorks diversi anni fa, con l’obiettivo di creare un grande kolossal fantascientifico.

La release è fissata al 31 marzo 2017.

 

 

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