Era abbastanza inevitabile che, durante gli impegni stampa per The Nice Guys, Shane Black sarebbe finito a parlare anche del suo futuro, legato al sequel di Predator, e del suo passato, ovvero sia il controverso Mandarino di Iron Man 3.

Qualche settimana fa il regista/sceneggiatore ha spiegato a Uproxx come la Marvel avesse deciso di correre ai ripari con il corto “All Hail the King” dopo la pessima accoglienza riservata dai fan al “plot twist” collegato a Ben Kingsley. Un modo per rasserenare gli animi al grido di “No, con Trevor Slattery e Aldrich Killian abbiamo solo scherzato, il vero Mandarino è ancora là fuori da qualche parte”.

In un’altra chiacchierata con IGN, Black resta della sua opinione difendendo la scelta creativa intrapresa:

In una certa maniera abbiamo fatto un lavoro anche troppo buono, nel senso che abbiamo avuto successo riuscendo a sorprendere il pubblico con un grosso blockbuster estivo dove di solito sai già quello che accadrà anche prima di entrare in sala. E quando dico un lavoro fatto bene lo faccio perché alcuni fan si sono sentiti presi in giro. Credo che potrebbero aver provato qualcosa tipo quello che avviene quando intraprendi un determinato percorso e poi realizzi che ti hanno raccontato solo delle fandonie. Perché a me piace rendere felici i fan, però in questo caso io e gli altri abbiamo pensato che fosse una maniera molto interessante per aggiungere altri strati a Mandarino.

Effettuando poi un parallelo col Whiplash di Iron Man 2, una sorta di mix fra la sua versione a fumetti e Crimson Dynamo, prosegue:

Alle persone piace quando mescoli un po’ i fattori in gioco. E la realtà dei fatti è che con quel film abbiamo fatto un sacco di soldi, ma c’è stata comunque questa nicchia di fan hardcore estremamente scontenta. Volevano vedere la loro versione di Mandarino. Mi dispiace per loro. Però, ancora oggi, mi piace la scelta che abbiamo fatto.

A Black viene poi domandato se avesse desiderio di lavorare a una interpretazione di Mandarino più fedele ai fumetti, qualora gli venisse offerta la possibilità:

Assolutamente no. Nel momento in cui cominci a lasciare che il tuo processo creativo venga influenzato dalle aspettative del pubblico è l’attimo in cui il fallimento ha inizio. Non sorprenderesti nessuno e perderesti solo del tempo a cercare di indovinare quello che il pubblico vorrebbe vedere, assecondando quella parte di te che vuole compiacere il pubblico.

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