A chi mi chiedesse dove stia davvero la grandezza di Bud Spencer, di questo attore dotato di un repertorio minuscolo di espressioni (senza scherzare erano 4 e il fatto che tutti abbiamo in testa la sua faccia stufa, quella ridanciana, quella sbigottita e quella arrabbiata è la misura di quanto fossero poche ma calamitanti), impegnato quasi sempre in film di nessuna sofisticazione cinematografica e mai preso da un ruolo anche solo vagamente complesso (almeno prima di un Olmi fuori tempo massimo), direi che la sua grandezza non è facile da comprendere.

Un metro possibile per capirla è la popolarità, cioè quanto abbia saputo farsi amare. È molto banale e buonista puntare “sull’affetto del pubblico”, degno della peggior retorica ma a livelli molto alti questo è un indicatore che mostra bene la capacità di un uomo di cinema (e indirettamente dei film in cui compare) di colpire l’immaginario collettivo al di là della tecnica e della realizzazione. Un metro ancora più raffinato e decisivo pot...