Siamo in un momento storico in cui pensiamo e parliamo molto di registi e compositori musicali o di registi contemporaneamente nel doppio ruolo anche di autori di colonne sonore. Domenica 28 agosto arriva in concerto a Roma nientemeno che John Carpenter per presentare il tour europeo del suo secondo album di musiche originali Lost Themes II. Abbiamo incensato Gabriele Mainetti anche dal punto di vista musicale per il suo lavoro sull’original soundtrack di Lo Chiamavano Jeeg Robot in collaborazione con il bravissimo Michele Braga.

Charlie Chaplin, Clint Eastwood, Woody Allen, John Carpenter, Robert Rodriguez e Gabriele Mainetti. Nella Storia del Cinema è capitato spesso di incontrare il connubio regista-compositore o anche solo regista-musicista (come nel caso di Allen).

Harald Kloser… è diverso. Lui è un musicista che con il tempo è diventato produttore cinematografico e, per finire, addirittura sceneggiatore.
Questa è l’intervista con l’interessantissimo artista polifunzionale di nascita austriaca. Si parlerà molto di un certo film di fantascienza in uscita nelle nostre sale l’8 settembre.

 

 

Mr. Kloser lei sa benissimo quanto la partitura musicale del primo Independence Day firmata David Arnold sia ancora oggi molto ricordata dai fan. Con che spirito e strategia ha affrontato il difficilissimo compito di sostituirlo nel soundtrack di Independence Day – Rigenerazione?
Devo fare una premessa fondamentale all’inizio della risposta: il lavoro di David Arnold fu perfetto. Anzi… un capolavoro. Visto che io sono anche il produttore del film, il primo a oppormi con tutte le forze con il regista Roland Emmerich circa la sostituzione di David nello score con il sottoscritto… fui proprio io! Emmerich mi rispose che per il sequel voleva qualcosa di molto diverso e allora ci siamo messi a sviluppare un sound più sintetico per tutte le nuove scene che vedessero protagonisti giovani personaggi mai visti nel primo capitolo del 1996. Poi abbiamo deciso che ogni volta invece che entra in scena un vecchio personaggio del primo film… ecco partire un missaggio nel soundtrack con le arie ideate da David Arnold venti anni fa. Quando abbiamo potuto ascoltare tutto lo score con questo mix di vecchio e nuovo, ho capito perché Roland mi aveva chiesto di sostituire Arnold in questo ruolo così chiave. La partitura finale funziona secondo me benissimo.

Che cosa vuol dire, specificamente, un Independence Day per le nuove generazioni?
Tutto parte da Will Smith. Uno dei motivi per cui non ha amichevolmente accettato di far parte del nostro sequel è stato il fatto di essersi molto preoccupato fin dalle nostre prime chiacchierate informali circa il tono da dare al film. Non faceva altro che ripetere a Roland: “Dovrà essere diverso”. Le parole di Will ci hanno in un certo senso influenzato perché anche io e Roland abbiamo cominciato ad avere le sue stesse preoccupazioni. Nel 1996 tutto era più scanzonato e leggero. Tutto il mondo dell’epoca lo era. Dal rifiuto di Will Smith, abbiamo pensato allora di abbassare l’età dei piloti e quindi abbiamo cominciato a modellare il casting su nuovi personaggi molto più giovani come protagonisti.

Mr. Kloser è molto difficile incontrare nella Storia Del Cinema un autore musicale che si occupi di cose prosaiche come gestire un budget da 165 milioni di dollari. In più lei sarà anche sceneggiatore del futuro sci fi movie di Roland Emmerich Moonfall. Come è riuscito negli anni a interpretare questi ruoli così difficili e apparentemente contraddittori?
Bella domanda. E’ una lunga storia. Cercherò di essere sintetico. Ho cominciato come compositore. Io, di base, sono un musicista puro. Conobbi Roland Emmerich nel lontano 1996 mentre lui lavorava a Independence Day e io facevo la musica per minuscole produzioni televisive. Siamo diventati buoni amici. Un giorno mi ha chiesto di proporgli una partitura per Il Patriota (2000). Gliela consegnai e passò molto tempo senza ricevere alcuna risposta da lui. Pensai che non gli fosse piaciuta. Alla fine scoprii di essere stato battuto da John Williams, uno dei più grandi autori di colonne sonore della Storia Del Cinema. Ma Emmerich aveva amato il mio lavoro e nella sua testa aveva evidentemente cominciato a stimarmi sempre di più. Così, al secondo tentativo, ci sono riuscito e sono arrivato a comporre il suo catastrofico The Day After Tomorrow – L’Alba Del Giorno Dopo (2004). In quel caso accadde un evento che sarebbe potuto essere per me professionalmente letale ma che invece diede un nuovo indirizzo alla mia vita. Mentre facevo le musiche per quel film, Emmerich mi invitò a una proiezione riservata per pochi intimi. Dopo la visione della pellicola mi lamentai di come era venuto fuori il film, proponendo dei tagli, delle scene aggiuntive o addirittura delle modifiche al montaggio. Emmerich mi guardò a lungo in silenzio e disse: “O ti licenzio per la tua arroganza o ti assumo anche come produttore”. Ero convinto che avrebbe optato per la prima ipotesi e invece con mia somma sorpresa… Roland optò per la seconda. Così ecco che un piccolo compositore musicale austriaco come me diventa anche produttore di kolossal cinematografici. Da quel film del 2004 faccio squadra fissa con Emmerich. Posso dirti che essendo produttore… ho il vantaggio di non dover rischiare mai di essere licenziato come compositore musicale! Almeno spero.

Domanda allora per l’Harald Kloser produttore: noi italiani sappiamo che i nostri connazionali di Why Worry hanno partecipato ai vfx di Independence Day – Rigenerazione. Come se la sono cavata?
Posso dire solo una cosa riguardo questi signori italiani: si sono decisamente guadagnati il loro nome che tradotto significa che non c’è alcun bisogno di preoccuparsi. Sono stati semplicemente eccellenti. Sempre precisi nelle consegne, creativi e pronti a lavorare senza sosta. Penso che nell’immediato futuro ci saranno ottime possibilità che io possa tornare a collaborare con loro.

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