Le nomination agli Oscar sono il punto di arrivo di mesi e mesi di speculazioni, di attività promozionali degli studios, di vero e proprio buzz. I giochi si sono definitivamente chiusi pochi minuti fa, quando l’Academy ha svelato le nomination dell’89esima edizione del premio cinematografico più importante dell’anno, la cui cerimonia di assegnazione si terrà il 26 febbraio al Dolby Theatre di Hollywood. Chi c’è c’è, e chi non c’è… starà a guardare. In questa seconda categoria ci sono alcuni nomi eccellenti, nomi che in molti si aspettavano di trovare nella lista dei nominati.

Tra record, curiosità, esclusi e conferme c’è parecchio da dire, ma andiamo con ordine partendo da chi si fa notare più di tutti: La La Land, trionfatore annunciato. I più ottimisti ritenevano che la pellicola dell’enfant prodige Damien Chazelle (32 anni) potesse infrangere il record assoluto e ottenere 15 nomination. Ce l’avrebbe fatta se non avesse bucato la nomination come miglior trucco e parrucco, ma grazie alla doppia nomination alla miglior canzone (che potrebbe risultare in un Oscar mancato, a causa del possibile frazionamento dei voti a vantaggio di un’altra canzone nominata, magari How Far I’ll Go di Oceania) il film raggiunge il record storico di Titanic ed Eva Contro Eva: 14 nomination. Se il musical dovesse seguire questi due illustri predecessori, allora l’Oscar come miglior film è in mano sua: le possibilità sono molte, anche grazie al grande consenso di critica e pubblico (questo weekend dovrebbe raggiungere i 100 milioni di dollari, ricordiamo che è dal 2004 che un vincitore dell’Oscar come miglior film non sfonda quota 150 milioni di dollari negli USA).

Si fa notare anche la “reazione” post-polemica su #OscarsSoWhite: un anno fa l’Academy ha cambiato il regolamento (qui tutti i dettagli) e nei mesi successivi la composizione stessa dell’associazione è variata non poco in termini etnici. Questo sembra essersi riflesso nelle nomination: dei nove titoli candidati come miglior film, ben quattro sono ambientati in un contesto non caucasico (Moonlight, Barriere, Il Diritto di Contare e Lion). Nella categoria delle migliori attrici non protagoniste, addirittura, tre nomination su cinque sono andate ad attrici nere (Viola Davis, Octavia Spencer, Naomie Harris). Tutte nomination meritatissime, tra l’altro: il punto forse non è tanto l’Academy che diversifica le nomination, quanto Hollywood che prende in considerazione storie (e maestranze) più diversificate per i propri film di qualità.

Doppio riconoscimento invece per l’Italia: auspicata ma non scontata, la nomination a Fuocoammare come miglior documentario segue l’esclusione del film di Rosi dalla shortlist dei film in lizza per la nomination a miglior film straniero (criticata da Paolo Sorrentino e non solo). Mentre l’America di Trump si prepara a una stretta sull’immigrazione, la pellicola di Rosi si fa strada in una categoria che ha visto l’esclusione a sorpresa di Weiner. Ci sono anche gli italiani Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini tra i nominati all’Oscar per il miglior trucco e parrucco (Suicide Squad): c’è una possibilità su tre che il premio vada proprio a lui.

Non si può non notare il “perdono” dell’Academy nei confronti di Mel Gibson: il suo Hacksaw Ridge ottiene sei nomination, tra cui una proprio a Gibson come miglior regista (ricordiamo che ne ottenne uno nel 1995 per Braveheart) e la prima nomination di Andrew Garfield.

E proprio Hacksaw Ridge ci porta all’ennesima riflessione sul ruolo centrale del Festival di Venezia come trampolino di lancio per i film che poi ottengono grandi riconoscimenti dall’Academy. L’edizione 2016 ha visto La La Land (14 nomination, Coppa Volpi a Emma Stone) come film d’apertura e ha avuto in concorso pellicole come Arrival (8 nomination), Animali Notturni (1 nomination, Gran Premio della Giuria), Jackie (3 nomination, Premio per la sceneggiatura), e Hacksaw Ridge (6 nomination) fuori concorso.

Tra i tanti trionfi, le sei nomination di Manchester by the Sea si fanno notare soprattutto perché il film è targato Amazon Studios: è la prima volta che un servizio di streaming ottiene la nomination all’Oscar come miglior film (Amazon Studios distribuisce anche The Salesman, nominato come film straniero), e rientra in un processo che abbiamo analizzato nel dettaglio in questo speciale. Netflix, dal canto suo, è dietro il documentario di Ava DuVernay 13th e i due corti documentaristici Extremis e The White Helmets.

Prima di parlare degli snobbati, sottolineiamo l’ormai tradizionale colpo di coda di Harvey Weinstein: nonostante la situazione economica sempre più critica della sua Weinstein Co., Lion riesce a ottenere ben sei nomination.

GLI SNOBBATI

Tra i grandi esclusi non possiamo non citare per prima Amy Adams: acclamata per la sua interpretazione in Arrival, l’attrice era praticamente scontata nella cinquina delle protagoniste. Già nominata cinque volte in passato, non ha mai ottenuto un Oscar. Colpisce in effetti la presenza al posto suo di Ruth Negga, completamente ignorata dalla Screen Actors Guild (Loving non ha ottenuto nomination nemmeno ai PGA e ai DGA). Non ce l’ha fatta nemmeno Taraji P. Henson, che sperava in una nomination per Hidden Figures.

C’è poi Deadpool: in un anno in cui Arrival rappresenta il grande film di genere (è rarissimo che un film fantascientifico riceva così tante nomination in categorie importanti), in molti pensavano che il cinecomic di Tim Miller avrebbe ottenuto qualche nomination anche grazie ai numerosi premi della critica e alle nomination ai PGA e DGA.

Nella categoria della miglior fotografia, stupisce l’assenza dell’italiano Storaro per un film, Café Society, in cui è riuscito a convincere Woody Allen a passare al digitale. E se parliamo di icone non possiamo non nominare Martin Scorsese: il suo Silence ottiene proprio una nomination alla miglior fotografia (Rodrigo Prieto), ma questo è quanto. Deludono anche i risultati al botteghino, dove il film si sta rivelando un flop.

Grande assente anche Clint Eastwood con il suo Sully: il film è stato un successo al botteghino e in molti ritenevano avrebbe ricevuto più attenzione dall’Academy oltre alla nomination tecnica per il miglior montaggio del sonoro.

Due le nomination anche per Rogue One: a Star Wars Story, ovvero migliori effetti visivi e missaggio del sonoro: le aspettative erano per qualche nomination tecnica in più.

I RECORD

Ecco un po’ di statistiche:

  • La La Land è l’unico film ad aver ottenuto 14 nomination assieme a Titanic ed Eva Contro Eva
  • Isabelle Huppert, vera icona del cinema, ottiene la sua prima nomination all’Oscar per Elle (escluso dalla shortlist come film straniero, destando non poco scandalo), per cui ha già ricevuto il Golden Globe
  • Barry Jenkins è il primo afroamericano a ottenere nomination sia come miglior sceneggiatura che come miglior regista e film
  • Bradford Young è il primo afroamericano a ottenere una nomination come miglior fotografia (Arrival)
  • Lin Manuel Miranda è sempre più vicino all’EGOT: ha già vinto un Emmy, un Grammy e un Tony, gli manca solo l’Oscar
  • Kubo e la Spada Magica è il primo film d’animazione a ottenere la nomination come migliori effetti visivi dai tempi di Nightmare Before Christmas
  • Dev Patel è il terzo attore indiano nominato a un Oscar, e l’unico attore di origini asiatiche nominato quest’anno
  • Meryl Streep ottiene la 20esima nomination all’Oscar, è un record per un attore o una attrice.
  • La nomination di Tanna come miglior film straniero è la prima di sempre per l’Australia

 

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