Live To Tell

C’era una volta un videoclip che imperversava durante i primi anni d’oro della popstar Madonna. Era il 1986 e usciva il suo terzo album True Blue, dedicato a un giovane attore. Nel video si vedeva lei, immersa nel buio e con un casto vestito fiorato su base scura, cantare una ballata malinconica sul fascino pericoloso delle bugie che ci vengono raccontate quando siamo giovani. Il look era splendido e nuovo: capelli lunghi biondi con boccoli à la Marilyn, piedi nudi, niente calze. Scenografia: una sedia. Piglio: qualche occhiata in camera ma molta serietà durante la performance. D’altronde quella donna era una sorta di sopravvissuta a un fattaccio di cronaca nera che voleva assolutamente raccontarci. Un’americana della Depressione maltrattata dal marito? Non era mai stata così bella, matura, elegante. Il videoclip fece furore. La filmava un giovane regista di nome James Foley, ora chiamato a proseguire e chiudere una certa saga con Cinquanta Sfumature Di Nero. All’epoca era un cineasta di 33 anni di belle speranze e indiscutibile talento. Ciò che colpiva ulteriormente del videoclip, oltre alla bellezza della ballata scritta da Madonna (disse che c’erano dei brutti ricordi familiari come ispirazione) e alla citazione di un’altra Marylin Monroe (quella de Gli Spostati rispetto a quella di Gli Uomini Preferiscono Le Bionde del precedente videoclip Material Girl), erano altre immagini montate nel cortometraggio cantato oltre alla bella prova canora della signora bionda immersa nel buio con vestitino a fiorellini. Venivano montate delle sequenze di quello che appariva come uno strano film dove Christopher Walken, biondo con i baffoni, e Sean Penn, biondo con i muscoli, prima sembravano scherzare e andare d’accordo come padre e figlio per poi esplodere in scene di violenza. Madonna, Walken e Penn. Lei cantava Live To Tell. Gli altri due recitavano in A Distanza Ravvicinata, dramma criminale ispirato a famiglie malavitose della Pennsylvania di fine anni ’70. Alla regia sia del video che di quel film sempre lui: James Foley.

50 Sfumature Di Walken

Madonna aveva fatto il diavolo a quattro per spostare la sua Live To Tell (composta da Patrick Leonard) dalla colonna sonora di Tra Due Fuochi (1986) di Duncan Gibbins a quella di A Distanza Ravvicinata di Foley per via del coinvolgimento dell’allora marito Sean Penn. Foley era quasi uno di famiglia. Era stato testimone di nozze della coppia (matrimonio celebrato nell’estate 1985, proprio durante le riprese del film) ed era stato voluto con forza alla regia di A Distanza Ravvicinata da un Penn venticinquenne considerato già molto hot da Hollywood dopo i buoni risultati di Taps – Squilli Di Rivolta (era il cadetto Dwyer), Fuori Di Testa (era un liceale stoner adoratore della pizza), Bad Boys (era un giovane criminale) e Il Gioco Del Falco (era uno spacciatore coinvolto in una spy story). A Distanza Ravvicinata, ambientato in Pennsylvania ma in realtà girato in Tennessee, doveva essere un dramma criminale su un figlio ingannato da un padre (ecco perché Live To Tell ci stava benissimo) in mezzo a campi di grano, trattori da rubare, famiglie white trash, donne sole davanti alla tv, figli cresciuti da madri abbandonate, criminali professionisti e ragazzini romantici che si dicono: “Mi sa che io ti amo”. C’erano Mary Stuart Masterson (sempre deliziosa), Crispin Glover (tutto gemiti e smorfie psicopatiche), Kiefer Sutherland (già strafottente), Eileen Ryan (madre di Sean Penn, qui nel ruolo di sua nonna), Tracey Walter (l’immortale caratterista da 173 credits su Imdb.com), Chris Penn (il compianto fratello di Sean in versione magra) e la star Sean (biondo ossigenato e muscolarmente pompatissimo come il Tom Cruise del contemporaneo Top Gun). Tra tutti questi attori, molti dei quali ragazzini (era l’epoca del Brat Pack a Hollywood) c’era però un genio che si portava via tutto il film. Il suo nome? Christopher Walken.

Ballando con uno sconosciuto

Il suo Brad Whitewood Senior in A Distanza Ravvicinata è gatto, volpe, maschio alpha, femme fatale, cattivo, buono, spiritoso, letale. A volte pare tormentato, poi però ci ripensa e opta per la spietatezza. L’attore all’epoca già premio Oscar per Il Cacciatore (1978) mette dentro questo padre criminale che entra dentro la casa dell’ex moglie come se fosse, sempre e comunque, ancora sua tanti colori, umori e sessualità. Se la gente vede un campo, Brad Senior ci vede un trattore (da rubare). Se gli altri rispettano i limiti nelle strade principali, lui sfreccia di notte per quelle secondarie. Ha agganci, conosce, si muove velocemente. Ha una brutta fama ma una bella faccia. Il personaggio riesce perfettamente nel compito di sedurre, incuriosire, frastornare, far innamorare e poi portare alla prima ribellione, goffa e balbettata, un figlio ragazzino leader tra i piccoli coetanei ma minuscolo di fronte a un padre sconosciuto per cui è disposto ad entrare nella sua banda anche solo per capire chi è veramente colui che ha ridotto mamma in quello stato catatonico. Sean Penn è quindi già intelligente a intuire che la sua passività attoriale è necessaria. Foley, al suo secondo film da regista dopo l’esordio Amare Con Rabbia (amato da Scorsese), è bravissimo a dirigere questi due ballerini della recitazione, cadenzando il loro abbraccio mortale per poi continuare a vederli danzare nei campi infiniti di un Far West morale ambientato però a due passi dalla East Coast. Siamo in una storiaccia del 1978 ma è pur sempre un film del 1986. Per cui il contesto sociale è gerarchicamente meno importante rispetto ai protagonisti (nessuno parla della Guerra del Vietnam finita da soli 3 anni), tutti sono biondi, è sempre estate, la luce entra densa e a taglio dalle finestre, il corpo delle star è predominante e l’amore tra giovani è universale, in slow-mo, trionfalmente accompagnato da musica pop nonché unica speranza in un mondo di vecchi incattiviti. Volpina, mercuriale ed elettrica la presenza di Walken. Da uccellino giallo alla Woodstock dei Peanuts quella del palestrato Penn, il quale ha i muscoli ma pare proprio un bimbo. Balla Walken in questo film? Per un attimo… una piroetta in campo lungo… forse due. Siamo dentro un magazzino dove Brad Whitewood Senior sta stipando la refurtiva, tra una minaccia scherzosa, gente che gioca a football americano e i cocktail piccanti di una certa Rose. Prima di andare a rispondere a una chiamata telefonica del figlio Brad Whitewood Junior, ecco che Brad Senior si lascia andare a un momento di ballo spensierato. Un secondo prima… stava minacciando il fratello scemo Patch. Ultima nota prima delle conclusioni: la sceneggiatura di Nicholas Kazan (ebbene sì: è il figlio del grande Elia nonché padre della promettente Zoe) è perfetta nel descrivere un mondo di criminali professionisti sì ma leggermente di basso profilo, immersi nella chiacchiera trash del quotidiano prima di Tarantino (la banda di Brad Senior passa le serate davanti alla tv vedendo programmi su come arredare la casa), inclini allo scherzo ma che non hanno alcun problema ad affogare un uomo in un lago fumando contemporaneamente… una bella sigaretta.

Conclusioni

Non sottovalutate troppo, quindi, il nome di James Foley una volta che lo vedrete associato a Cinquanta Sfumature di Nero e Rosso. Era un eccellente regista. La carriera è stata discontinua, con alti e bassi, cinema e televisione. Ma è pure sempre il regista di Americani (1992) e un noir niente male (adorato da Roger Ebert) come Più Tardi Al Buio (1990).
A Distanza Ravvicinata non va bene al botteghino quando esce nei cinema Usa il 18 aprile 1986 dopo un passaggio in Concorso al Festival di Berlino (La Messa E’ Finita di Moretti è Premio Speciale della Giuria). Questo mix di noir + teen love story ottiene però ottime recensioni (tra cui un sempre più incuriosito dall’eclettico regista Roger Ebert). Live To Tell di Madonna è onnipresente in colonna sonora. Sembra sempre che il ritornello debba partire da un momento all’altro e invece rimane sempre quell’intro di tastiera e chitarra. Fino al freeze frame finale sul primissimo piano di un ragazzino biondo ossigenato atterrito dalla situazione (si trova in tribunale per testimoniare contro il padre) dove capiamo definitivamente che film è A Distanza Ravvicinata.
Un racconto morale, come anche il coevo Wall Street (1987) di Stone, sul pericolo di maschi alpha mefistofelici in grado di dannare giovani figli degli ambiziosi e individualisti anni ’80.
Lo dice un film biondo. Lo cantava una popstar biondissima.

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