L’inizio del CinemaCon 2017 ha riaperto il dibattito, dopo quello dell’anno scorso, sulla possibilità che i film arrivino in home video in contemporanea con l’uscita nelle sale.

Le major e i proprietari delle più grandi catene di cinema (tra cui AMC, Regal, Cineplex) stanno discutendo della possibilità di ridurre le finestre cinematografiche, ovvero la quantità di tempo che separa l’uscita al cinema di un film dal suo approdo in home video.

Per la prima volta da diversi anni gli studi sono seriamente immersi nella valutazione di un servizio di Video on Demand premium (PVOD) che porti le pellicole nelle case delle persone con un deciso anticipo rispetto alla norma. C’è addirittura chi crede che un servizio PVOD possa essere annunciato entro la fine dell’anno raccogliendo il consenso di più major. Al momento in gioco ci sarebbero diverse proposte, una per ogni studio.

La Universal, di proprietà della Comcast, ha proposto il più aggressivo modus operandi secondo cui un film potrebbe arrivare in home video dopo soli 10 giorni di sfruttamento cinematografico alla cifra di 40 dollari. La Warner Bros. — che presto sarà acquisita dalla AT&T — ha proposto una somma di 50 dollari dopo 17 giorni di sfruttamento.

Decisamente più “equilibrata” la posizione della Fox, che punterebbe a un PVOD di 45 giorni al prezzo di 30 dollari. L’intenzione degli studi coinvolti nel dibattito è di dare uno slancio al mercato dell’home video (alla luce della crisi del mercato standard) attraverso un nuovo servizio premium che al contempo possa favorire e ridare una seconda vita ai film che passano in secondo piano e che in poco tempo abbandonano i cinema.

L’unico studio estraneo a tutta questa dinamica e che sembra intenzionato a restarne fuori è la Disney, a quanto pare non interessata a ridurre le sue “finestre”. La cosa non sorprende visto che la major distribuisce i Marvel, i film di Star Wars e quelli d’animazione che tendono ad avere una lunga corsa al botteghino.

Il cambiamento è inevitabile” ha commentato Jeff Bock di Exhibitor Relations. “La verità è che dopo 4-5 settimane al cinema, anche il più grosso dei blockbuster esaurisce la maggior parte del suo potenziale. Credo che la proposta dei 45 giorni possa funzionare, nella stessa misura in cui alcuni film premium vengono offerti sulla pay-per-view in alcuni alberghi“.

Al CinemaCon dell’anno scorso, la Screening Room di Sean Parker aveva creato un certo dibattito con l’idea che i nuovi film potessero essere fruiti comodamente a casa propria allo stesso tempo della release cinematografica per $50 dollari. Sebbene molte major avessero preso in considerazione una partnership con la società di Parker, sembra che in fin dei conti nessuno volesse condividere le percentuale con una “terza parte”.

Tra i lati positivi della riduzione delle release windows ci sarebbero i benefici di una campagna marketing unica: gli studi non dovrebbero più investire per promuovere un film al momento dell’uscita al cinema e poi in occasione del lancio in home video.

A causa delle leggi antitrust, tuttavia, le major non potrebbero collaborare per stringere accordi, ma dovrebbero firmare autonomamente e accordarsi di volta in volta, caso per caso. Le trattative – secondo alcuni insider – sarebbero in corso da circa un anno e necessiterebbero di ulteriori valutazioni.

I proprietari delle più grandi catene cinematografiche hanno speso milioni di dollari per analizzare il comportamento e le esigenze dei consumatori. La preoccupazione comune è che, a lungo andare, la gente smetta di andare al cinema.

Fonte: THR

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