Poco prima dell’arrivo nei cinema di La Mummia, la Universal ha comunicato in pompa magna la nascita dell’Universo Condiviso dei Mostri battezzandolo con l’evocativo nome di “Dark Universe“.

Sappiamo già che il 14 febbraio 2019 arriverà la Moglie di Frankenstein di Bill Condon, regista forte dell’incredibile successo di La Bella e la Bestia (nonché autore di quel “Demoni e Dei” che nel 1998 ha raccontato la storia di James Whale, responsabile del film originale uscito nel 1935). Nel cast troveremo Johnny Depp nei panni dell’Uomo Invisibile e Javier Bardem in quelli del mostro di Frankenstein. Molto presto sarà annunciato il nome della Moglie, ma in molti suggeriscono già il nome di Angelina Jolie.

Eppure secondo alcuni, dopo l’esordio al botteghino di La Mummia, il destino di questo nuovo franchise potrebbe già essere compromesso. Il lungometraggio diretto da Alex Kurtzman e interpretato da Tom Cruise è stato demolito dalla critica (la media su RT è del 17%) e è ha raccolto meno di 32 milioni nei cinema americani nel fine settimana d’apertura. Un po’ poco considerato il budget di 125 milioni di dollari (esclusa la P&A). La situazione cambia però drasticamente tenendo conto dei mercati internazionali: con le altre piazze, la cifra sale a 172 milioni. Oltre a testimoniare ulteriormente come le sorti di un grande tentpole dipendano ormai più dal mercato internazionale che dalle sole casse dei cinema statunitensi, il dato ha avuto anche una importantissima funzione in termini di “pubbliche relazioni”. Giusto ieri vi abbiamo spiegato come la Universal abbia già superato i 3 miliardi di dollari al box office worldwide riuscendo a battere con tre giorni d’anticipo il record che aveva ottenuto nel 2015. Inoltre, come emerso dai rumour di qualche giorno fa, sembrerebbe che le pellicole che andranno a comporre il Dark Universe non saranno solo ed esclusivamente produzioni ad alto budget. L’aspetto potenzialmente molto intrigante di questo brand che verrà impiegato dalla Universal per “contrastare” quelli delle rivali è che anche un produttore come Jason Blum avrebbe espresso interesse nella produzione di film a basso budget facenti parte della saga. E finora i rapporti fra la Blumhouse e la major sono stati molto più che positivi: i tre capitoli di The Purge, The Visit, Splite il più recente Scappa – Get Out hanno garantito incassi stellari a fronte di investimenti produttivi bassissimi.

Un nuovo approfondimento pubblicato dall’Hollywood Reporter riporta alcune interessanti dichiarazioni di addetti ai lavori secondo i quali, pur non senza le potenziali difficoltà insiste nell’avvio di un franchise, la Universal si può “permettere” una partenza non particolarmente esplosiva.

Nick Carpou, presidente della distribuzione domestica di Universal, spiega:

Il Dark Universe è il prosieguo della storia d’amore fra il nostro studio e i mostri classici. È una lettera d’amore verso questo genere che fa parte del nostro DNA. Ognuno di questi film avrà la sua storia da raccontare, la propria aspirazione.

Secondo Jeff Bock di Exhibitor Relations:

Non penso proprio che il Dark Universe collasserà a causa di La Mummia, al più porterà la Universal a pensarci due volte prima di spendere così tanti soldi su un vasto universo in espansione. La posta in gioco con La Moglie di Frankenstein sarà molto alta.

Paul Dergarabedian di comScore evidenzia una questione che abbiamo già citato, ovvero l’impatto e gli effetti di Rotten Tomatoes e del box office americano:

Le cattive recensioni, la pessima media aggregata su Rotten combinati al buzz social tutt’altro che esaltante hanno di certo penalizzato La Mummia negli USA, ma, allo stesso tempo, hanno avuto un impatto pressoché nullo nei mercati esterni agli Stati Uniti. Vi suona familiare? Dovrebbe. Se ogni potenziale nuovo universo cinematografico dovesse fare affidamento sulla sola America, non vedremmo molti film con un numero maggiore del 2 dopo il titolo, specie considerando l’andamento attuale. Grazie al cielo, sia per il Dark Universe che per altre realtà seriali di grande entità il paradigma è cambiato grazie alla differente aspettativa di vita che può arrivare dall’estero, che giustifica i notevoli investimenti che vengono effettuati dalle major.

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Tom Cruise è il protagonista della nuova, spettacolare versione cinematografica di una leggenda che dall’alba della civilizzazione affascina le culture di tutto il mondo: La Mummia. Anche se sepolta al sicuro in una profonda cripta sotterranea nel bel mezzo del deserto, un’antica regina (Sofia Boutella di Kingsman – The Secret Service e Star Trek Beyond), un tempo vittima di una crudele ingiustizia, si risveglia nella nostra epoca colma di un rancore accumulato nei secoli che sfugge all’umana comprensione.

La storia della Mummia abbraccia il mondo intero, dalle sconfinate sabbie del Medio Oriente ai labirinti nascosti nel sottosuolo della Londra contemporanea. Il film ci fa entrare in una nuova dimensione popolata da mostri e divinità.

Insieme a Cruise, fanno parte del cast Annabelle Wallis (King Arthur, Peaky Blinders), Jake Johnson (Jurassic World) e Courtney B. Vance (American Crime Story). La squadra creativa di questa emozionante avventura cinematografica è diretta dal regista e produttore Alex Kurtzman e dal produttore Chris Morgan, già noti per alcuni dei più grandi successi degli ultimi anni – Kurtzman è stato sceneggiatore o produttore di saghe quali Transformers, Star Trek e Mission: Impossible; Morgan è tra gli autori di Fast & Furious, che ha contribuito a far crescere in modo esponenziale a partire dal terzo capitolo in poi. Al fianco di Kurtzman e Morgan in veste di produttore c’è Sean Daniel, che ha già al suo attivo la recente trilogia della Mummia.

L’uscita è fissata per il 9 giugno 2017.

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