Rotten Tomatoes ha davvero un’influenza diretta sui risultati al botteghino di un film?

Yves Bergquist, direttore del progetto Data & Analytics all’Entertainment Technology Center della USC, ha analizzato una serie di dati dal 2000 in poi ed è giunto a una conclusione diametralmente opposta a una convinzione sempre più diffusa:

I voti Rotten Tomatoes non hanno mai giocato un ruolo fondamentale nella performance al botteghino di un film, sia in senso positivo che negativo.

Per avere una prova della mancanza di corrispondenza tra critiche negative e incassi al botteghino basta guardare a una serie di performance esemplari, come quella di Emoji – Accendi le emozioni arrivato nei cinema statunitensi in piena estate. Il film d’animazione di Tony Leondis ha debuttato con un disastroso 0% su Rotten Tomatoes (adesso è a quota 8%), su IMDB è a quota 2,1 (con 19.600 voti), eppure ha avuto un esordio decisamente positivo nel weekend d’apertura con 25.65 milioni di dollari.

L’analisi fa riferimento anche all’idea che la critica al giorno d’oggi tende a demolire con più vigore i blockbuster:

Per i film che hanno incassato oltre 300 milioni di dollari nel mondo, la media di Rotten Tomatoes è stata di 73 nel 2013, di circa 72 nel 2014, 2015 e 2016, ed è salita a 77.5 nel 2017, a riprova che – nonostante cosa ne pensi Hollywood – la critica ha apprezzato di più le proposte di quest’anno.

Stando a Bergquist, c’è un altro fenomeno da non sottovalutare: i voti del pubblico e della critica sono in diretta correlazione, il che significa che gli spettatori stanno diventando sempre più esperti a fiutare il “marcio”:

Quando ai piani alti di Hollywood ci si lamenta dei punteggi su Rotten Tomatoes, è dei gusti dei loro spettatori che si lamentano, perché parliamo praticamente della stessa cosa.

Bergquist conclude il suo saggio con una riflessione su quanto il fattore sia CGI-grosso budget sia sempre meno importante nel decretare il successo di un film:

Dal 2013 a oggi la correlazione tra budget di produzione e incassi negli Stati Uniti ha iniziato a decadere […] Blockbuster pieni d’azione e effetti visivi, ma con personaggi tutt’altro che curati (che hanno sempre attirato le masse), perdono sempre più soldi. E i dati lo dimostrano.

L’industria quindi non ha scelta: “bisogna pensare alle storie e alla narrazione con cognizione di causa“. Questo sarà l’argomento della seconda parte dell’analisi che potrete trovare sul blog dello studioso.

Fonte: Variety

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