C’è un punto di svolta molto preciso nella filmografia di Clint Eastwood, ed è Gli Spietati.
Aveva 62 anni all’epoca (1992) e in quel film si prendeva più o meno consciamente l’incombenza di mettere la pietra tombale su un certo tipo di etica e di eroismo del west. Chiudendo i conti con l’eroe classico, lui che lo era stato in tante forme differenti, segna il punto di arrivo quel tipo di mitologia. Ma anche solo considerando quel che è capitato da lì in poi nei suoi di film, Clint Eastwood da Gli Spietati comincia ad avere dei seri problemi con le pistole, la violenza, le armi e la morte. Uno che non ha fatto che complicarsi con gli anni, fino a Ore 15:17 – Attacco al treno, film indispensabile per capire il suo rapporto con essa.

Da Gli Spietati in poi, per dirla in parole semplici, ogni pallottola che viene sparata crea un problema, da che in precedenza, sparare era sempre stata la soluzione. Lo era nell’apice del giustizialismo di Clint, ovvero i film dell’ispettore Callaghan ...