In un certo senso Guillermo Del Toro racconta sempre mondi in cui i valori sono opposti a quelli immaginati da Christopher Nolan, in cui il rigore e l’ordine sono il male e mai il bene, in cui la diversità, la convivenza pacifica e la tolleranza sono raggiunti attraverso l’indecenza, invece che tramite il rigore.

Particolarmente in La Forma Dell’Acqua il concetto di “decenza” (in originale decency, che è un termine il cui significato è più ampio del nostro e abbraccia anche l’idea di “per bene” e “brav’uomo”) è tirato fuori più volte e sempre dal villain, l’agente della CIA interpretato da Michael Shannon. I protagonisti positivi invece non la nominano mai. Nel film infatti non si negozia il concetto di decenza, non ci sono visioni diverse di cosa essa sia, ma una parte la cerca, la brama, la auspica e soffre se non la raggiunge, l’altra invece non la considera.

Per Del Toro la decenza è ciò che muove gli istinti peggiori e dalle fobie più pericolose è scatenata. È ciò che spinge...