Una delle più curiose cause legali degli ultimi anni incentrate sulla settima arte (o meglio, sui rapporti tra ciò che viene narrato al cinema e i riferimenti alla realtà, alla storia o alla cronaca) riguarda The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese.

Nel corso di un processo tuttora in corso, sia il regista che Leonardo DiCaprio sono stati chiamati a testimoniare per fornire elementi relativi ai lavori del film del 2013, ispirato alla vita di Jordan Belfort.

A lanciare accuse contro i realizzatori del film è stato Andrew Greene, che negli anni 90 ha lavorato proprio con Belfort alla Stratton Oakmont. Greene sostiene di essere stato, suo malgrado, la fonte di ispirazione per il personaggio di Nicky “Rugrat” Koskoff (interpretato, nel film, da Paul Jeffrey “P.J.” Byrne), nonché di essere stato rappresentato come “un criminale, un drogato, un degenerato, un depravato e un essere privo di qualsiasi morale”.

Le accuse di violazione della privacy sono state respinte da un giudice nel 2015, ma a Greene è stata data la possibilità di agire legalmente citando gli addetti ai lavori del film per diffamazione. Greene è dunque nuovamente ricorso alle vie legali e ha citato in giudizio la Paramount Pictures, la Red Granite Pictures, la Sikelia Productions di Scorsese e la Appian Way di DiCaprio.

Maggiori dettagli sulle deposizioni di Martin Scorsese e di Leonardo DiCaprio sono disponibili qui e qui.

Fonte: Hollywood Reporter

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