Peccando forse di pignoleria, al conteggio si segnalano ben quattro differenti versioni di Lara Croft: due videoludiche, altrettante nate, o sul punto di farlo per l’appunto, nel mondo cinematografico. Eroina per antonomasia, si erge, quasi al pari della ben più vetusta Wonder Woman, ad emblema della femminilità, a credibile e impareggiabile vessillo dell’emancipazione e dell’indipendenza femminile.

L’originale, unica e inimitabile per l’irripetibile impatto che ebbe all’epoca, è figlia di un giovane Toby Gard, game designer presso Core Design, software house britannica chiusa nel 2006. Il modello di riferimento, il manichino sul quale è stato creato questo favoloso abito su misura, manco a dirlo, è cinematografico: si tratta di Indiana Jones, archeologo sui generis che preferisce il lavoro sul campo alla pur fortunata ed imprescindibile ricerca accademica.

Non si trattò, tuttavia, di semplice imitazione, di una scialba e insicura trasposizione dalla pellicola ai videogiochi. Laddove i...