Hayao Miyazaki è la star del Ghibli, il poster boy capace di fare film pazzeschi che stupiscono e spiazzano, quello che disegna, ha idee visive fuori di testa, vince i premi e tutto il resto. Isao Takahata è stata invece la spina dorsale di tutto questo, l’altra faccia della medaglia del Ghibli, quella più audace e narrativa, quella più cinematografica che d’animazione. Non ha mai preso una matita in mano, non era un disegnatore, era un regista che si è dato all’animazione, non faceva film per poter disegnare certe scene (motivazione n.1 dietro ogni opera di Miyazaki) ma per raccontare storie. E diamine se era bravo!

È molto difficile ora, data la vicinanza ad un gigante come Miyazaki, rendere l’importanza di Takahata, facilmente il confronto lo porta ad essere il minore dei due. Invece molto di quello che apprezziamo nel primo è frutto dell’influenza del secondo, molto di ciò che ci stupisce in La Principessa Mononoke, La Città Incantata e Porco Rosso nasce nelle opere di Taka...