Ecco cosa ha detto il filmmaker:
Mi avevano offerto la regia di un sequel di Alien perché al tempo andavo di moda, dopo I Banditi del Tempo e La Leggenda del Re Pescatore, ma a me non andava di fare film come quelli. Lavorare per gli studios è come lavorare in fabbrica. L’ultima volta che ho lavorato in fabbrica è stato quando ero impiegato allo stabilimento della Chevrolet a Los Angeles durante il primo anno di college. Turno di notte. Mai più.
Terry Gilliam ha poi continuato esprimendo la sua posizione, alquanto critica, su quello che viene unanimemente riconosciuto come un capolavoro della cinematografia: il primo Alien.
Alien è come un treno fantasma dove qualcosa salta fuori all’improvviso e non sai chi sarà il prossimo a morire. Quando ho guardato il primo Alien continuavo a dire “Ammazzali tutti e falla finita!” perché tanto sai che moriranno tutti durante lo svolgimento della storia. Ma alla fine, Sigourney Weaver, che viene presentata come un ufficiale militare davvero tosta, se ne va in giro in mutande cercando di ritrovare il suo gatto. Che diamine! Ci sono dei bei momenti per carità, ma c’è anche una ripresa che non ci sarebbe mai dovuta essere, quella finale che fa vedere l’alieno che viene risucchiato via. Vedi la creatura ed è solo un tizio con una tuta di gomma. Fino a quel punto, avevi visto solo qualche “scampolo” dell’alieno, passaggi che te lo facevano sembrare gigantesco e terrificante. Una mossa molto intelligente. Come lo squalo nel film di Spielberg. Dissi a Ridley “Non puoi volere quella inquadratura! Tagliala!”.
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