Qualche giorno fa Scarlett Johansson ha lasciato ufficialmente il cast di Rub and Tug, il film drammatico di Rupert Sanders (Ghost in the Shell) annunciato una settimana fa. Il casting dell’attrice aveva scatenato polemiche a non finire nelle comunità trans e di attivisti.

L’attrice ha reso nota la sua decisione con una nota che potete leggere qua.

La cosa, almeno per il momento, non si è tradotta con l’ingaggio di un interprete transgender ma con la probabile cancellazione della pellicola.

In merito alla vicenda è intervenuto anche il celebre scrittore americano Bret Easton Ellis (Meno di Zero, Glamorama, American Psycho) con un editoriale, pubblicato da Vanity Fair, in cui dice all’attrice: “Scarlett, dovevi resistere”.

Ecco alcuni estratti:

L’attrice Scarlett Johansson ha rinunciato a essere la protagonista di un film dal titolo Rub & Tug basato sulla storia vera di una donna che nella Pittsburgh degli anni Settanta si faceva passare per uomo e gestiva un centro massaggi e un giro di prostituzione, e che forse aveva iniziato anche la transizione da donna a uomo – nessuno lo ha mai saputo per certo. Per un’attrice bella come Johansson, il ruolo dei sogni: trasformarsi in un essere umano completamente diverso da sé, in una donna che ha vissuto da uomo.

La recitazione è proprio questo e questi sono i ruoli che gli attori desiderano interpretare: totale metamorfosi e immersione. Ma ovviamente, con l’ossessione in atto per concetti tossici come l’identità politica e l’«intersezionalità», è iniziato un boicottaggio online, in cui gente offesa e indignata affiancata da attivisti per i diritti dei transgender ha chiesto a Johansson di rifiutare la parte… perché non è trans […]

Creare arte che sia basata solo sui principi della diversità e della inclusività a volte sembra essere più importante del raccontare semplicemente una storia valida con bravi attori e lasciando che l’artista indossi i panni di qualcun altro per esplorare cosa significhi essere artista. È una grettezza legata all’appropriazione culturale e si tratta di una nuova forma di populismo. E si direbbe che chiunque trasgredisca o si opponga a simile ortodossia viene trattato con una sorta di disprezzo di gruppo. Il populismo disprezza idee «vecchie» come il successo, il mestiere o il vero talento, e si limita a celebrare concetti come l’«autenticità» e la «consapevolezza».

Potete leggere l’intervento integrale dello scrittore sulle pagine di Vanity Fair Italia.

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