L’aria intorno a Venezia 75 è quella delle migliori edizioni e dopo la conferenza stampa di annuncio dei film Alberto Barbera lo sa bene: “Quella dell’anno scorso era un’edizione apprezzata ma discontinua nei valori, quest’anno per ricchezza, varietà e importanza di certi film mi pare più solida”, probabilmente è la sua migliore edizione da quando è alla guida (per la seconda volta) della Mostra “ma tanto già lo so che alcuni deluderanno rispetto alle attese, è scontato”.

Al decimo anno da direttore della Mostra Barbera ha cambiato un po’ tutto, spiazzato con scelte audaci, preso pochi grandi maestri e tantissimi cineasti che sono i “nuovi maestri”, film d’autore che appartengono ad un genere e anche nuove scommesse: “Dai era facile mettere Trapero in concorso e lo sconosciuto di Acusada in Orizzonti! Era quello che si aspettavano tutti, nessuno avrebbe detto niente. Invece il bello è prima riuscire a convincere Trapero ad accettare il fuori concorso, e poi piazzare una scommessa, uno sconosciuto assoluto lì in concorso, perché sono sicuro che sarà un grande regista!”

È questa l’eccitazione da direttore?

“Sì!” [ride]

Diceva che già lo sa quali film spiazzeranno o potranno essere ricevuti meno bene…

“Sì sì, a torto o a ragione eh! Perché poi in un festival vengono visti 4-5 film al giorno ai quali occorre reagire immediatamente e non sempre il primo impatto è quello giusto. Metti che prima ne hai visto uno che ti ha esaltato… Ci invece sono film che richiedono di essere elaborati. Già il giorno dopo magari non la pensi alla stessa maniera del giorno prima”.

Quest’anno Cannes si è lasciata sfuggire il pacchetto di Netflix e questo è naturalmente caduto in braccio a Venezia. Cuaron, Greengrass, i Coen, Welles…. L’opportunità è gigante eppure sappiamo tutti che con tutto l’investimento fatto Netflix non ha ancora tirato fuori un film davvero buono.

“Sì nemmeno Okja mi era piaciuto. Ma hanno cominciato da poco a produrre e il numero di film che fanno sta crescendo, l’anno prossimo saranno molti di più e più belli. Poi arriverà Scorsese. Già quello di Cuaron, quello dei Coen o di Greengrass sono ottimi film, c’è quella qualità che solitamente garantiscono certe produzioni”.

Quello che invece Cannes ha trattenuto è tutto il cinema asiatico più importante, qui tranne Zhang Yimou e Tsukamoto non vedremo molto altro…

“Sai nel sudest asiatico c’è una grande produzione di bassa qualità, un cinema popolare per il mercato nazionale o al massimo continentale, senza grandi ambizioni. Non è che c’è una nouvelle vague tailandese o altro, solo ogni tanto un’opera prima che emerge quasi per caso. Allora magari la intercettiamo e la portiamo qui”

Avete lavorato in modo particolare alla programmazione, cioè alla disposizione dei film nelle varie sezioni, ci sono 3 western e un horror in concorso ma anche S. Craig Zahler Fuori concorso invece che in una più scontata sezione di mezzanotte. È così che fate le vostre affermazioni su cosa sia il cinema oggi?

“La programmazione è il momento in cui ti scopri di più e rischi di più. Ma del resto ad oggi le produzioni si sono moltiplicate e diversificate non sono più solo studios e indipendenti, ci sono le produzioni più improvvisate ed eterogenee, ci sono le piattaforme digitali e i film finanziati dallo stato o dalle film commission, una disparità che una volta non c’era. E questo non può che riflettersi in prodotti fuori da tanti schemi che fanno saltare anche i nostri”

Però avete messo in competizione Alfonso Cuaron quando il presidente di giuria è un suo grandissimo amico come Guillermo Del Toro, come mai?

“Ne abbiamo parlato a lungo. Innanzitutto non dubitiamo della buona fede di Del Toro e poi ricorda che in giuria ci sono 9 persone. Avendo assistito alle riunioni ti assicuro che sono lotte al coltello da parte di tutti per imporre il proprio punto di vista, nessuno convince gli altri né tiene conto della nazionalità o dell’amicizia”.

Però ricordiamo cosa successe con Tarantino presidente e il Leone D’Oro a Sofia Coppola, non temete ricapiti?

“Ma anche lì mica c’era solo Tarantino in giuria. Detto ciò è un rischio che abbiamo deciso di correre e l’abbiamo fatto di comune accordo con Guillermo. Entrambi ce la sentiamo e poi era ingiusto levare il concorso a Cuaron che se lo merita assolutamente. Abbiamo detto a Guillermo di prendere il rischio di suscitare polemiche inopportune e ingiuste perché nessuno può mettere in dubbio la sua buona fede o il peso di una giuria che contiene attori e registi che non metterebbe a rischio la propria reputazione per fare un favore a Del Toro e al suo amico”.

In concorso ci sono 3 film italiani, due dei quali non proprio italianissimi, sono Suspiria e What You Gonna Do When The World’s On Fire

“No, non direi, Suspiria ha una parte di soldi stranieri e cast internazionale, ma è a quota maggioritaria italiana, solo poi Sony e Amazon Studios l’hanno comprato. E il film di Minervini è vero che parla di America ma questo è positivo! È quello che auspichiamo da anni! La sprovincializzazione, un cinema italiano che possa andare al di là della nostra piccola realtà e confrontarsi con temi internazionali su un territorio internazionale, per misurarsi con altre prospettive. Mi pare il segno di una vitalità e di una capacità di andare al di là degli schemi”.

Selezione chiusa o arriveranno altri film da qui all’inizio?

“È possibile che un paio di titoli li annunciamo dopo, comunque fuori concorso”

Chi lo vince l’Oscar quest’anno?

[ride] “Fammi pensare… Sicuramente A Star Is Born sarà lì con parecchie nomination…. [apre la cartella stampa per controllare la lista dei film ndr] Sicuramente Damien ci sarà…. [intende First Man ndr]… Eh, uno di questi due”

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La 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica,diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, si terrà dal 29 agosto al 8 settembre 2018.

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