Aprile 2017. Ci troviamo a Vancouver, Canada, ai Mammoth Studios, immenso capannone a mezz’ora dal centro città e luogo scelto da Shane Black per le riprese di The Predator. Poco prima di poter intervistare il protagonista del quarto film del famoso franchise, Boyd Holbrook, assistiamo in religioso silenzio al primo ciak della giornata. La scena vede Boyd, Olivia Munn e il piccolo Jacob Tremblay mentre vengono sorpresi dal Predator. Al termine delle riprese arriva il momento di intervistare l’attore, che pare volersi da subito giustificare per il volto un po’ tirato: “Abbiamo girato di notte per otto settimane, quindi siamo tutti un po’ annebbiati!” Ad averci colpiti poco prima sono stati i momenti condivisi dal cast con il resto della troupe tra un ciak e l’altro e i consigli dati a Boyd su come mettere esattamente i piedi e su come voltarsi per rendere la scena più potente. Olivia invece insegna a Jacob come soffiare tra le mani chiuse a mo’ di tubo per creare un rumore simile al didgeridoo.

Per tutta la pausa Jacob ci prova, sotto la sua supervisione.  

Boyd, vedo che avete attese molto lunghe tra un take e l’altro, ma non sembra noioso. 

No infatti, non lo trovo noioso, anzi è tempo prezioso per sistemare le cose. Ad esempio oggi durante la scena d’azione ci siamo fermati a riguardarla. L’incontro con il Predator è tutto basato sul giusto tempismo: lui mi afferra, se lo riguardo posso rendermi conto se per esempio mi muovo troppo in fretta e la cinepresa non è riuscita a cogliere l’azione. Quindi li trovo davvero preziosi come momenti.  

Tra un take e l’altro sei concentrato sulla scena o preferisci distrarti? 

In genere preferisco non parlare del lavoro e rimanere concentrato sul momento attuale, non penso ad altro quando lavoro. Motivo per cui per me lavorare è anche terapeutico. Inoltre, quando fai delle scene d’azione, trovo che sia una distrazione parlare di quello che hai visto in tv, di quello che hai fatto la sera prima, e poi dopo 30 secondi girare la scena. No, preferisco rimanere nel momento, nel personaggio.  

 Come va con Olivia, sembrava desse indicazioni vere e proprie tra un take e l’altro? 

È un’attrice con molta esperienza, tutti in questo cast sono attori fenomenali e dobbiamo tutti dare le nostre opinioni. Sarebbe davvero noioso se ci fosse semplicemente Shane a darci indicazioni, fai così o così, invece così c’è lo sforzo del team, molto di più che in altri film nei quali ho lavorato. Si improvvisa e ci si concentra sull’interazione tra il gruppo.  

Cosa ci puoi dire del tuo personaggio?  

Quinn McKenna è un ragazzo che all’inizio del film è solo un mercenario interessato ai soldi. Non ha rapporti con la moglie e con il figlio. Ma nel viaggio che compie durante il film diventa il leader di questo gruppo di pazzoidi e padre per suo figlio. Questo il suo percorso in breve.  

Eri fan del film prima? 

Certo, è un classico! Come Rambo (First Blood), Terminator.  

Quindi che reazione hai avuto quando ti hanno offerto la parte? 

Ho inseguito la parte per un bel po’ di tempo. Questi mega film hanno tempistiche molto lunghe, e per lo stesso motivo mi ero appassionato a Logan, per la cura che viene data al progetto. E poi la presenza di Shane Black che era nel Predator originale 30 anni fa ha fatto la differenza, e anche il fatto di aver reso la storia più moderna, altrimenti non avrebbe senso fare un reboot. Ma quando ho visto che la caratterizzazione dei personaggi era fatta bene, non erano figure frivole ma personaggi veri e propri, e che Shane era nel progetto, conoscendo poi i suoi film, mi sono unito di corsa.

Hai già avuto interazione con il Predator?  

I ragazzi dentro il Predator sono chiusi nel costume. Ogni tanto si tolgono la maschera per stare più comodi perché sudano un sacco. Nella scena di oggi c’è la prima interazione ravvicinata, e poi ovviamente ci sarà la resa dei conti! 

Come definiresti il tono del film? 

Direi che è un film alla Shane Black quindi ci sono elementi di humor ma non proprio come negli altri sui film. Questo è un po’ un mix tra un thriller, un western e film d’azione. C’è l’attenzione ai dettagli che c’è stata in Logan, per quanto riguarda soprattutto la preparazione della storia, con i riferimenti alla versione del 1987. A livello di location è molto semplice da girare perché è tutto concentrato in questo capannone, come ti giri nello stesso posto ci sono moltissimi set diversi. La gente in generale pensa di poter riscrivere questo tipo di franchise, personalmente l’ho visto accadere solo con il Batman di Christopher Nolan e tanto di cappello a lui! Ma anche Shane intende farlo.  

Perché western? 

Direi per quanto riguarda il ritmo.  

E Jacob? 

È un piccoletto molto intelligente, avrà preso dal padre credo. È davvero impressionante. 

Cos’è stato importante avere su questo set? 

Credo sia importante nella professione dell’attore in generale la resistenza, il vigore, prendersi cura del proprio corpo, in questo caso per esempio si tratta di riprese che durano 4 mesi, si gira tutti i giorni con un solo giorno di riposo. Se non stai bene, sei fuori. Sia di notte che giorno.

Rispetto a Logan hai dovuto fare dell’allenamento in più?

Incredibile ma vero ho incontrato un Navy Seal sul set di Predator che faceva lo stuntman, siamo diventati amici quindi per circa tre mesi prima di iniziare le riprese abbiamo fatto insieme un allenamento che in pratica è quello che ogni Seal fa e che mi ha quasi ucciso, quindi sì, ho fatto una preparazione molto intensa ed è stata molto importante. Credo che ci sia bisogno di imparare nuovi trucchi per ogni film diverso che fai, non puoi usare quello che hai imparato sul set di un film quando stai lavorando su un altro, è sempre tutto nuovo.  

Cosa stupirà gli spettatori di questo film? 

Quanto questo nuovo mondo si espande rispetto all’originale. Rispetto alla versione dell’87 si prende spunto da quello che era stato “nascosto dal governo” e si inserisce all’interno di una storia moderna. È qualcosa di simile, ma in dimensioni molto più ampie. Nell’originale c’erano nativi americani con la bandana, cowboy con il cappello texano… e questo era tutto quello che si sapeva di loro. Nella storia devi approfondire i personaggi, quindi direi che questa versione è più incentrata sui protagonisti.  

C’è stato un personaggio della prima versione che ti è stato particolarmente di ispirazione? 

No, non direi. E alla fine è proprio questo che mi piace, lo faccio a modo mio. 

 

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Questa la sinossi ufficiale:

Dai confini dello spazio inesplorato, la caccia arriva nelle strade di una piccola città nella terrificante reinvenzione della serie di Predator nel progetto registico di Shane Black. Geneticamente modificati, attraverso la combinazione dei DNA di specie diverse, i cacciatori più letali dell’universo sono adesso ancora più pericolosi, più forti, più intelligenti. Quando un ragazzino innesca accidentalmente il loro ritorno sulla Terra, solo un gruppo di ex soldati e una disillusa insegnante di scienze può impedire la fine della razza umana.

Diretto da Shane Black e da lui scritto con Fred Dekker, The Predator ha per protagonisti Trevante Rhodes, Keegan-Michael Key, Olivia Munn, Sterling K. Brown, Alfie Allen, Thomas Jane, Augusto Aguilera, Jake Busey e Yvonne Strahovski.

Ricordiamo che il film uscirà il 14 settembre negli USA, e il 27 in Italia.

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