C’era molta attesa per la presentazione di La Mia Vita con John F. Donovan a Toronto. Il regista Xavier Dolan ha introdotto il film, incentrato tra le altre cose anche sul tema della celebrità (“A dieci anni dalla morte di una star della TV americana, un giovane attore ricorda la corrispondenza avuta con tale star in passato e l’impatto che quelle lettere ebbero sulle vite di entrambi”), leggendo una lettera che lui stesso scrisse a 9 anni a Leonardo DiCaprio:

Ciao Leonardo,

Il mio nome è Xavier Dolan-Tadros, vado a scuola, amo la scuola. Ho otto anni. Il 20 marzo compirò nove anni. Sono uno dei tuoi fan. Ho visto il film Titanic (cinque volte). Reciti molto bene. Sei un grande attore e ti ammiro. Anche io sono un attore. Ho fatto qualche pubblicità per una catena di farmacie molto famosa e ho avuto delle belle parti in quattro film in francese. Spero di recitare in un tuo film prima o poi. So che un giorno verrai a Montreal. Montreal è molto popolare come location per le riprese, l’anno scorso sono stati girati 100 film americani (Jackal, Snake Eyes, etc). Cercherò di incontrarti. Quando verrai a Montreal per girare un film passerò sicuramente l’audizione nel caso ti serva un ragazzino nel cast.

Caro Leonardo, spero sinceramente che risponderai alla mia lettera mandandomi una tua foto.

Tuttavia, la critica non ha reagito bene alla proiezione del film. Non sono molte le recensioni uscite finora, ma alcune autorevoli testate hanno criticato molto negativamente il film, che come sapete ha avuto una produzione molto travagliata. Ecco dei brevi estratti con il link alle recensioni originali:

  • Indiewire – Un miscuglio incredibile di idee raffazzonate… E oltre a questo, un film che si è perso da qualche parte nella sala di montaggio.
  • RogerEbert.com – Il film di Dolan cade vittima delle sue peggiori tendenze.
  • NowToronto – Nel miglior primo piano del film, il volto di Newton riassume l’esperienza di vedere The Death and Life Of John F. Donovan: confusione mista a fastidio mista a rassegnazione.
  • GlobeAndMail – Il debutto in lingua inglese di Dolan si lagna di nevrosi personali invece di indagare l’omofobia o la celebrità.
  • TheGuardian – L’impressione è che Dolan stia iniziando a parodiare un film di Dolan.
  • HollywoodReporter – Un psicodramma raffazzonato, faticoso e troppo lungo.
  • Screen International – Il film può anche battere strade familiari per la poetica di Dolan ma in questa forma è bello accoglierlo nuovamente a casa.
  • The Playlist – Xavier Dolan tende a generare reazioni di amore o odio. Nel caso di John F. Donovan è improbabile che si cambi idea.
  • Collider – È un filmone, ma un gran casino. Non è un totale fallimento. C’è una bella storia lì da qualche parte – ma andrebbe rifinita – e ce n’è abbastanza per rimanere coinvolti durante tutto il film.

Dalla sinossi:

A dieci anni dalla morte di una star della TV americana, un giovane attore ricorda la corrispondenza avuta con tale star in passato e l’impatto che quelle lettere ebbero sulle vite di entrambi.

La vicenda coprirà l’arco narrativo di un decennio e inizierà proprio con le notizie della morte di John F. Donovan, interpretato da Kit Harington (Game of Thrones). Nel cast anche il premio Oscar Kathy Bates, la manager di Donovan, Susan Sarandon, Jared Keeso, il piccolo interprete di Room Jacob Tremblay, il premio Oscar Natalie PortmanBella ThorneThandie Newton e Ben SchnetzerMichael Gambon è accreditato come narratore della storia.

A distribuire la pellicola in Italia la Lucky Red.

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