Non era facile nel 1987 immaginare un personaggio come John McClane e un film d’azione pensato intorno a lui.
Parte cowboy classico, cioè eroe riluttante ad entrare in azione (per la precisione Roy Rogers era il modello), parte sbirro disilluso e cinico con ex moglie e infine parte (quella nuova) fragile e disperato.
Parte cowboy classico, cioè eroe riluttante ad entrare in azione (per la precisione Roy Rogers era il modello), parte sbirro disilluso e cinico con ex moglie e infine parte (quella nuova) fragile e disperato.
Notoriamente la parte fu rifiutata da Stallone, Schwarzenegger e altri action hero dell’epoca.
E giustamente.
Non era davvero un personaggio per loro, era diverso, era troppo fallibile per Schwarzenegger e privo del cotè da seconda occasione di Stallone. Era il terzo angolo della trinità che ha fondato l’idea di action movie che è rimasta valida fino a pochi anni fa: il robot inarrestabile, l’uomo che deve migliorare se stesso attraverso il sacrificio e ora anche lo strafottente uomo duro e rovinato.
Ci volle, a totale sorpresa, Bruce Willis, un attore che veniva dalla tv (Moonlighting) noto per la sua verve comica (solo un anno dopo Trappola di Cristallo avrebbe doppiato ...
Trappola di Cristallo inventa l'eroe fragile che odia se stesso ma è pronto a tutto era il terzo angolo di un momento perfetto per il cinema d'azione...
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