Roman Polanski girerà il suo prossimo film a fine anno a Parigi. La pellicola si intitolerà J’Accuse ed era stata annunciata al Festival di Cannes nel 2012: si tratta della storia vera del Capitano Alfred Dreyfus, un soldato ebreo francese ingiustamente accusato di essere una spia tedesca negli anni novanta del diciannovesimo secolo. Il processo che ne seguì divenne un vero e proprio caso: il cosiddetto Affare Dreyfus è già stato portato al cinema già nel 1899 da George Melies, poi nel 1958 da José Ferrer su sceneggiatura di Gore Vidal, e ancora nel 1991 da Ken Russell in Prigionieri dell’Onore. Nel 1968 l’Affare Dreyfus divenne una miniserie Rai.

Protagonista del film di Polanski sarà Louis Garrel, al fianco di Jean Dujardin, che interpreterà l’ufficiale del controspionaggio che provò, dopo la sua incarcerazione, che Dreyfus era in realtà innocente. Nel cast anche Mathieu Amalric, Olivier Gourmet e la moglie di Polanski Emmanuelle Seigner.

Alla produzione vi sarà la francese Legende Films, la sceneggiatura è dello scrittore inglese Robert Harris (L’Uomo nell’Ombra). Il titolo francese della pellicola, J’Accuse, riprende la celebre lettera aperta di Emile Zola a sostegno di Dreyfus in cui accusava il governo francese di inettitudine e antisemitismo.

All’epoca dell’annuncio, Polanski spiegò di trovare molto attuale “questo vecchio spettacolo fatto di caccia alle streghe nei confronti di una minoranza, la paranoia sulla sicurezza, i tribunali militari segreti, le agenzie di spionaggio fuori controllo, gli insabbiamenti governativi e la stampa rabbiosa”. Inutile dire che nel frattempo sono cambiate molte cose: qualche mese fa Polanski è stato espulso dall’Academy, il regista ha fatto ricorso minacciando azioni legali e definendo il movimento #MeToo una forma di isteria collettiva.

Ricordiamo che nel 1977 Polanski è stato accusato di aver violentato la tredicenne Samantha Geimer. Dichiarato colpevole, rimase in prigione 42 giorni. Scarcerato per via di un patteggiamento, fuggì in Francia prima della sentenza, e da allora è rimasto in esilio mentre negli USA rimane attivo un mandato di cattura nei suoi confronti. Nel 2002 ha vinto un Oscar per Il Pianista: all’epoca da più parti si invocò il perdono per permettere al regista di tornare negli USA.

 

Fonte: THR

 

 

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