Il rapporto fra Netflix e la sala cinematografica è e resta abbastanza problematico, da una parte perché il colosso di Los Gatos non è minimamente interessato alla distribuzione in sala delle sue opere se non per le ragioni collegate all’eventuale partecipazione delle medesime agli Oscar et similia, dall’altra perché gli stessi cinema hanno parecchi dubbi a concedere spazio a lungometraggi che finirebbero poi per non sottostare alle regolamentazioni delle finestre di diffusione cinematografica e home video/televisiva esistenti nei vari mercati.

Detto questo, con il numero sempre crescente di registi di peso che hanno ceduto al richiamo di Netflix, si discute da svariati mesi di un possibile ammorbidimento di questa politica aziendale (che, prima o poi, potrebbe anche tradursi con l’acquisto di sale di proprietà). D’altronde Roma di Alfonso Cuaròn, dopo il trionfo a Venezia, viene già indicato come uno dei più seri contendenti alla prossima Notte degli Oscar e, talvolta, sono gli stessi filmmaker a richiedere un passaggio, anche breve, al cinema.

Tutto questo cappello introduttivo ci porta a riparlare di un titolo molto ambizioso che – prima o poi – verrà proposto dalla piattaforma streaming, ovvero The Irishman, il nuovo film di Martin Scorsese che vede tra i protagonisti Al Pacino e Robert De Niro passato, mesi e mesi fa, dalle mani della Paramount a quelle di Netflix.

Secondo uno storico collega, collaboratore e amico di Scorsese, che non ha avuto un ruolo nella realizzazione del lungometraggio, ma che può di sicuro essere etichettato come “persona informata sui fatti”, la pellicola potrebbe effettivamente arrivare, per un paio di settimane, nelle sale.

Paul Schrader, regista e sceneggiatore di ben quattro pellicole di Martin Scorsese (Taxi Driver, Toro Scatenato, L’Ultima Tentazione di Cristo e Al Di Là della Vita, in un’intervista a /Film ha dichiarato:

Due settimane. È tutto quello che Scorsese può ottenere come finestra cinematografica. A Netflix non interessa la finestra distributiva della sala. Gli studios stanno collassando e Netflix è il nuovo modello. Netflix ha anche rovesciato le dinamiche di finanziamento dei film che, dagli anni ’70, avvengono in molti casi tramite la vendita nei vari territori. Vendi all’estero e ricevi i capitali. Ma aziende come Netflix o Amazon non vogliono dei territori. Vogliono il mondo intero oppure niente. E per questo se lavori con Netflix, loro hanno il mondo in mano, non ci sono dichiarazioni sui profitti dei film e tu vieni pagato in anticipo. Per cui la ragione per cui Martin ha ottenuto 140 milioni per il film è perché, essenzialmente, è stato pagato prima.

Lo script del film è di Steven Zaillian (Schindler’s List) ed è basato sul libro del 2004 di Charles Brandt, intitolato “I Heard You Paint Houses”, incentrato sulla vita dell’ex killer Frank “The Irishman” Sheeran.

Nel cast Al Pacino, Robert De Niro e Joe Pesci, ma anche Ray Romano, Jack Huston, Bobby Cannavale, Stephen Graham, Harvey Keitel e Kathrine Narducci.

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