Negli anni ‘80 l’animazione classica era morta mentre quella moderna era in crisi profonda. Crisi di creatività che come spesso accade è una crisi di produzione, cioè nessuno aveva voglia di investire nell’animazione con nuovi talenti, nuove tecniche e gli sceneggiatori migliori per via di una serie di insuccessi e l’emergere in contemporanea della prepotente new wave nipponica di animazione adulta e clamorosa. Il pubblico non andava a vedere i film e i film non invogliavano il pubblico.

Nel 1981 un lungometraggio ambizioso che unisse live action e cartoni in modo nuovo sembrava quindi una buona idea alla Disney. L’impresa si era già vista in Mary Poppins ma l’idea di adattare il romanzo Who Censored Roger Rabbit? prevedeva di andare un po’ più in là e creare qualcosa di unico e gigante. Così gigante che non si riuscì a farlo nella sua prima versione (con Paul Reubens, cioè Pee Wee Herman, come doppiatore e curiosamente una candidatura di Zemeckis per la regia, scartata perché all’epoc...