L’ottavo secolo avanti Cristo di Matteo Rovere si trovava poco fuori Roma, una distanza colmabile con un pulmino, poco meno di un’oretta fuori dal raccordo anulare in cui trovare un grande spiazzo, boschi e natura più o meno incontaminati.

O almeno che lo sembrino.

Ad accoglierci appena arriviamo è una prima cintura di camion con costumi e attrezzatura, superato quel primo strato ce n’è un secondo fatto di troupe e tecnici, poi arriva il fango, molto fango. È una zona quasi paludosa, un grande spazio delimitato dall’inizio di un bosco prima del cui inizio è stato costruito un villaggetto primitivo di baracche e capanne.

Quando siamo arrivati sul set (ad Ottobre 2017) non sapevamo praticamente niente di questo film, nemmeno che la data di uscita sarebbe stata fissata a 15 mesi dopo per via del lavoro di postproduzione. Era noto che si trattava della storia di Romolo e Remo, anche per questo l’impatto con quello che si presenta come un set a metà tra l’accampamento Dothraki di Il...