Il dibattito “Streaming VS Cinema” è destinato a tenere banco ancora per diverso tempo e, anzi, a diventare sempre più acceso con l’arrivo di una serie di importanti player che entreranno in un’arena che, attualmente, vede Netflix come principale gladiatore.

Nei giorni scorsi vi abbiamo spiegato che Netflix sarebbe pronta a cambiare in maniera drastica le sue strategie distributive per pellicole molto attese come The Irishman di Martin Scorsese, The Laundromat di Steven Soderbergh, The King di David Michôd, The Last Thing he Wanted di Dee Rees, The Pope di Fernando Meirelles e il nuovo film di Noah Baumbach con Scarlett Johansson e Adam Driver.

Ma vi abbiamo anche detto che c’è un filmmaker, anzi, una leggenda del cinema, pronta a far valere tutto il peso della sua opinione al prossimo meeting del Board of Governors dell’Academy previsto per aprile. Parliamo di uno Steven Spielberg decisissimo a escludere dalla competizione i film delle piattaforme streaming (maggiori dettagli qua).

Tutto ciò ha portato Netflix a condividere un tweet di “autodifesa” in cui viene specificato che:

Noi amiamo il cinema. Ed ecco altre cose che amiamo:

  • Dare accesso (ai film, ndr.) a chi non si può sempre permettere di andare al cinema o vive in città senza cinema
  • Lasciare che chiunque e in ogni luogo possa godere della release di un titolo nello stesso momento
  • Dare ai filmmaker più possibilità per esprimere la loro arte

Cose che non si escludono l’un l’altra.

 

Quella del profilo ufficiale di Netflix Film non è stata l’unica voce in difesa dello streaming perché a essa si è aggiunta anche quella di Alfonso Cuaròn, regista di Roma, con una dichiarazione che fa quasi eco alle parole espresse a margine dei Golden Globes qualche settimana fa.

Il filmmaker ha detto a Variety:

C’è la necessità di diversificare la maniera in cui vengono distribuiti i film. I modelli distributivi devono essere più flessibili a seconda del lungometraggio. Non puoi imporre la strategia di distribuzione di un tentpole a opere più piccole. Potresti avere bisogno di meno sale e maggiore permanenza nelle medesime o modelli in cui la cosiddetta “finestra” è più corta. Ma si continua a pensare sulla base di un singolo paradigma. In un momento in cui invece i paradigmi andrebbero allargati. Ora come ora è un confronto fra modelli economici. E non è che uno vada a beneficio del cinema e l’altro no.

Ai Golden Globe Cuaròn si era così espresso:

Alla sua domanda rispondo con un’altra domanda: quanti cinema pensa che avrebbero distribuito un film messicano in bianco e nero, in Spagnolo e Mixteco, un dramma senza star nel cast… quanto pensi che sarebbe stata ampia la distribuzione tradizionale di un film come questo?

Non è stata un’uscita cinematografica di facciata. Il film è uscito in sala più di un mese fa e sta ancora girando per le sale. È molto raro per un film straniero. Penso sia molto spiacevole dire quella cosa. Perché non prende la lista di film stranieri usciti quest’anno e confronta le loro uscite con quella del nostro film? Quanti di quei film sono usciti con copie in pellicola a 70mm?

Penso semplicemente che la discussione tra Netflix e le piattaforme in generale dovrebbe chiudersi. Penso che tra streaming e cinema si dovrebbe lavorare insieme e riflettere sul fatto che questa discussione sta facendo male al cinema. Isieme, potrebbero far crescere la diversificazione.

Una cosa di cui dovremmo essere tutti consapevoli è che l’esperienza cinematografica è diventata molto gentrificata verso un tipo di prodotto molto specifico. Ora come ora è fuori discussione il fatto che tutti questi registi interessanti stiano facendo film per le piattaforme streaming perché loro non hanno paura di fare questi film. E come Roma, spero che anche altri film possano avere una distribuzione cinematografica simile.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

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