Come annunciato poche ore fa, da oggi la 21st Century Fox è una sussidiaria della Disney: Hollywood perde una delle “Grandi Sei”, le major che hanno plasmato la seconda metà del il ventesimo secolo e l’inizio del ventunesimo secolo al cinema.

Finisce un’era, e così Variety ha chiesto a registi, produttori, artisti ed executive di ricordare la vecchia Fox in attesa di scoprire cosa cambierà di concreto nell’acquisizione.

Vi riportiamo gli interventi principali:

  • Guillermo del Toro (La Forma dell’Acqua): “Negli oltre 25 anni dall’uscita del mio primo film, Cronos, non riesco a ricordare un momento nel quale io non sia stato coinvolto in qualche modo con qualche divisione della Fox. Il mio buon amico James Cameron, che ha avuto i suoi successi alla Fox, è stata la prima persona a raccomandarmi. […] Le mie prime produzioni vere e proprie alla Fox sono state Il Libro della Vita con Fox Animation e quattro stagioni di The Strain presso FX. Un preludio al mio amatissimo film La Forma dell’Acqua, con Fox Searchlight: dal mio primo incontro con Claudia Lewis e David Greenbaum nel 2016 fino all’uscita del film, il processo è stata una vera gioia cinematografica. Il sostegno che ho ricevuto da Nancy Utley, Steve Gilula e Stacy Snider è stato imparagonabile rispetto alle mie esperienze passate. […] Mi mancherà la 20th Century Fox? No, perché a prescindere dal nome che avrà o la forma che prenderà, lo spirito e le persone più importanti rimarranno uguali”.
  • Chris Meledandri (presidente di Fox Animation dal 1999 al 2007): “Il mio primo lavoro nell’industria fu collaborare con il produttore Daniel Melnick, i cui uffici erano negli studi della Fox. Ogni giorno quando attraversavo quei cancelli mi sentivo come catapultato indietro nel tempo, in un momento in cui Darryl Zanuck era ancora a capo della compagnia, quando veniva girato Furore e i backlot proseguivano a perdita d’occhio. Il giorno in cui scrissero il mio nome sul mio posto auto, davanti al nostro edificio, sentii di aver vinto alla lotteria.”
  • Roland Emmerich (Independence Day): “Per noi significa una major in meno in grado di acquistare film. Se vanno avanti così, ci ritroveremo con solo un paio di studi cinematografici, e questa cosa potrebbe avere un forte impatto sulla carriera di un regista. Per i consumatori, la Fox ha uno dei quei loghi classici e intramontabili: è impossibile pensare che sparisca. E poi c’è la fanfara, se si scende in strada e si mormorano le prime note chiunque sa di cosa si tratta. In Germania, quando ero piccolo, in discoteca suonavano quella musica per far capire che era il momento di andare via perché stavano chiudendo.”
  • Paul Feig (Corpi da Reato): “Non riesco a pensare a un mondo senza il logo Fox e la fanfara all’inizio di un film. Quella fanfara, quella grafica… erano indimenticabili. Quando ero un teenager rimasero scolpite nella mia mente, dopo aver visto Star Wars la prima volta.”
  • Simon Kinberg (X-Men: Dark Phoenix): “La cosa che mi stupì più di tutte fu quando ci lasciarono fare Deadpool. Nessuno aveva mai realizzato un cinecomic vietato ai minori di quel tipo, proprio mentre le commedie VM stavano morendo. Ci hanno incoraggiati a fare qualcosa di innovativo, ed è proprio ciò che uno desidera sentirsi dire.”
  • Jim Gianopulos (Co-chairman dal 2000 al 2016): “Pensate a quale straordinaria transizione può rappresentare tutto questo per quello che è stato un incredibile calderone di creatività e cultura pop per cento anni. […] C’è qualcosa di straordinario nel guidare dentro i cancelli di un posto come quello, parcheggiare la tua macchina e sederti alla scrivania. Far parte di quella storia. Molto tempo fa mi sedetti al bar e alla mia destra d’era Mel Brooks. Andai a salutarlo e lui esclamò: “Siediti qui ragazzo. Chi sei?” Sapevo che sarebbe stato esilarante.”
  • Tom Rothman (presidente dal 2000 al 2012): “È molto triste. Penso che sia una brutta notizia per i consumatori e sia anti-competitivo. Sarà una tremenda perdita in termini di originalità, la più grande minaccia che deve affrontare il mondo del cinema. Non condivido le idee politiche di Rupert Murdoch, ma non posso sottovalutare ciò che ha fatto. Ha creato una vera cultura imprenditoriale. Senza la sua capacità e il desiderio di prendersi dei rischi, non sarebbero stati realizzati film come Titanic e Avatar. L’ho sempre considerato un manager di dirigenti, capiva che il nostro lavoro era il rischio. Molti supervisori, nelle grandi corporation, pensano di poter togliere il rischio nel business creativo. Rupert capiva che questo è impossibile, per questo l’azienda ha fatto i film che ha fatto.”
  • Hutch Parker (X-Men, Logan): “È la stessa nostalgia con cui si pensa al campus del college. Ho lavorato lì dentro per quasi 30 anni. […] I miei momenti più alti sono stati Tutti Pazzi per Mary, Logan e Master & Commander, tutti definiti da registi che avevano un vero punto di vista e un modo unico di lavorare. Fox era un luogo dove si prendevano decisioni coraggiose, e questo si rifletteva nella diversificazione dei film che venivano fatti. La prima reazione è la tristezza: è uno studio con una storia incredibile ed è triste vedere questa esistenza distinta sparire. Questo mondo sta cambiando in maniera profonda, va verso lo streaming e quindi c’è un senso di perdita e tristezza. Ma d’altra parte è un’evoluzione naturale, non si può temere il futuro.”

Chi scrive è stato negli studi della Fox in una manciata di occasioni negli ultimi anni, la prima delle quali è sata a una proiezione speciale di Colpa delle Stelle, nel 2014, presso lo storico Zanuck Theater. Inutile dire che, proprio come affermano gli illustri nomi sopracitati, varcare i cancelli dei Fox Studios regala sempre un’emozione e speriamo continui a farlo nel tempo: Murdoch infatti non ha venduto il lot alla Disney, la quale ha firmato un contratto di leasing per diversi anni per continuare a usare gli studios.

 

 

 

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