È più magro del solito e più vivace, è gioviale, felice ed elettrico, non esattamente come lo ricordavamo dalle ultime volte che era venuto in Italia a promuovere i suoi film. Tim Burton stavolta sembra inattaccabile e inscalfibile, nessuna domanda potrà abbatterlo, le riceve (le schiva anche) si muove dinoccolato mentre la traduttrice gliele traduce, ne ridacchia se è il caso e poi risponde secco, chiudendo spesso con una battuta. Vuole piacere e si sta divertendo. E per Tim Burton è una novità.

Addirittura parlando degli occhi di Dumbo e del lavoro fatto individua un busto di Jack Skeleton tra l’uditorio, in prima fila, si alza di colpo lo prende, mostra a tutti gli occhi grandi e cavi per dire: “Ecco, questi occhi non mi hanno richiesto lavoro! Quelli di Dumbo invece sì”. L’applauso parte inevitabile e lui è proprio qui per prenderselo.

Che sia proprio Tim Burton quello che abbiamo davanti lo conferma una risposta in cui rimanda al mittente il parallelo con Il Più Grande Spettacolo ...