La Via prosegue senza fine

Lungi dall’uscio dal quale parte.

Ora la Via è fuggita avanti,

Devo inseguirla a ogni costo,

Rincorrendola con piedi alati,

Sin all’incrocio con una più larga,

Dove si uniscono piste e sentieri.

E poi dove andrò? Nessuno lo sa.

Come il caro e vecchio Bilbo, mai stanco di intraprendere nuovi viaggi dal traumatico giorno in cui quello strano vecchio vestito di grigio con il cappello blu a punta, la sciarpa argentea, la barba bianca e le sopracciglia incredibilmente lunghe e folte, lo convinse ad abbandonare la comodità del suo accogliente Smial, anche la saga del Signore degli Anelli è destinata a camminare ancora lungo la Via.

Dopo i tre capolavori di Peter Jackson tratti dall’omonima opera del Professore e dopo i meno riusciti film basati su Lo Hobbit, la Terra di Mezzo è destinata a rivivere di nuovo, questa volta sul piccolo schermo, con la serie televisiva prodotta da Amazon.

La compagnia di Jeff Bezos – oltre ad aver sborsato per l’acquisto dei diritti un quantitativo di dollari tale da riempire tre Caverne di Samug – è stata finora decisamente parca di informazioni. Siamo sicuri di una cosa: nel dietro le quinte, si sta già muovendo un macchinario organizzativo estremamente articolato e complesso, fra pre-produzione, accordi per girare in location esterne (Nuova Zelanda? Scozia?) e in teatri di posa e una estenuante – e segretissima – fase di casting.

Pubblicamente però, le informazioni sono poche.

Non sappiamo con esattezza neanche quando sarà ambientata. Amazon ha confermato all’inizio di quest’anno che lo show coprirà parte della Seconda Era della Terra di Mezzo, durata 3.441 anni e terminata con la caduta di Sauron, l’antagonista della trilogia del Signore degli Anelli. Ci sono buone probabilità che la serie descriva l’ascesa e la caduta di Sauron.

Secondo Deadline, Amazon si è impegnata a produrre più stagioni di questa serie prequel quando ha acquisito i diritti di Il Signore degli Anelli con un’opzione per un potenziale spin-off.

L’attesa si prospetta tutt’altro che breve.

In nostro soccorso, oltre alla rilettura dei testi di Tolkien e ai film del regista neozelandese, senza dimenticare il leggendario e incompiuto cartoon di Ralph Bakshi, arriva ora Il Signore degli Anelli – Viaggi nella terra di Mezzo.

Commercializzato da qualche settimana dalla sempre attivissima Asmodee, rientra a pieno titolo nella categoria dei giochi da tavolo “grossi” di Fantasy Flight Games in stile Le Case della Follia.

Il gioco ha alcuni aspetti in comune con il poc’anzi citato tabletop lovecraftiano, in primis la sua natura pienamente cooperativa attuabile grazie all’ausilio dell’App disponibile su Steam, App Store, Google Play e Amazon. L’avventura sarà dunque fruibile da un numero di giocatori variabile da 1 a 5, con l’applicazione a fare da “master”. Una volta scelti i personaggi sarà possibile dare inizio a una vera e propria campagna nella Terra di Mezzo con tanto di salvataggio dei progressi. Già perché contrariamente a quanto avviene ne Le Case della Follia, dove ogni partita, a prescindere da durata e livello di difficoltà, è sostanzialmente autoconclusiva, qua abbiamo una impostazione con delle marcate nuances ruolistiche “alla Dungeons & Dragons” (ed è curioso notare come il papà dei GDR, figlio illegittimo del pantheon tolkeniano, sia oggi finito per influenzare… un gioco da tavolo basato sul Signore degli Anelli!). Quella del Set Base è, difatti, una grande avventura suddivisa in tanti capitoli collegati dove “perdere una partita” significa perdere una battaglia e non necessariamente la guerra contro l’Oscuro Signore.

In Viaggi nella Terra di Mezzo il tabellone di gioco viene via via formato in base alle indicazioni del “master virtuale”, così come la collocazione dei nemici, dei PNG, dei tesori, delle minacce e l’azione tende spesso, ma non sempre, a svolgersi su delle tessere che riproducono ambientazioni che risulteranno di certo familiari a chi conosce il lore tolkeniano. Talvolta però, in situazioni più tattiche, dalla mappa di viaggio ci si sposta sulla mappa di battaglia tramite l’impiego di tessere che fungono da zoom sulla scena di un combattimento che potrebbe svolgersi al chiuso in luoghi artificiali o naturali più o meno insoliti, quanto all’aperto, magari nei paraggi di un qualche accampamento orchesco.

Anche in attesa dell’arrivo delle varie espansioni, i vari bivi delle avventure e il sistema procedurale di generazione delle mappe garantiscono una certa varietà e longevità.

Cosa che non guasta mentre ci troviamo a dover gestire l’attesa per la – speriamo – imponente serie tv targata Amazon.

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