Ora che la 20Th Century Fox è passata nelle mani della Disney sappiamo che, prima o poi, gli X-Men entreranno a far parte dell’Universo Cinematografico della Marvel.

Secondo Christopher Markus e Stephen McFeely, sceneggiatori di Avengers: Endgame, il franchise ha bisogno di “riposare un po’”. I due ne hanno parlato in un’intervista a Collider (via CB.com) spiegando:

McFeely: un bel film su Silver Surfer sarebbe grandioso

Markus: sì, se potessi fare qualcosa di completamente cosmico sarebbe grandioso

McFeely: penso che il franchise di X-Men dovrebbe riposare un po’. Poi magari potrei sbagliarmi, ma la mia idea è questa. Ma quello su Silver Surfer sarebbe un ottimo standalone.

Vi ricordiamo che alla fine del panel dei Marvel Studios tenutosi al Comic-Con Kevin Feige ha accennato anche ai titoli “rimasti fuori dall’evento” prima di annunciare ufficialmente il reboot di Blade: Black Panther 2, Guardiani della Galassia Vol. 3, Captain Marvel 2 sono tutti in varie fasi di gestazione, insieme al terzo Spider-Man, non ancora annunciato ufficialmente ma previsto nel contratto di Tom Holland con la Sony e i Marvel Studios (e sostanzialmente preannunciato dalle scene nei titoli di coda). Feige ha anche affermato che “non rimane tempo per parlare dei mutanti, e di come i mutanti si inseriranno nell’Universo Cinematografico Marvel”, confermando però che un film su di essi è in sviluppo (parliamo ovviamente degli X-Men). Stesso dicasi per i FantasticiQuattro, che faranno il loro debutto nell’UCM più avanti.

X-Men: Dark Phoenix, Simon Kinberg sull’insuccesso del film: “È colpa mia”

Il regista ha ammesso che quando un film non ha successo, si punta sempre il dito verso gli altri, ma si è assunto tutta la responsabilità:

Eccomi qui, a dire che quando un film non riesce, io ne sono il responsabile. Sono lo sceneggiatore e il regista, se il film non coinvolge il pubblico, è colpa mia.

Il regista ha ammesso che non è stato così doloroso riflettere su Dark Phoenixsubito dopo il fallimento:

Ho adorato girare il film e ho adorato le persone con cui ho lavorato.

Sebbene sia intrigante speculare su cosa avrebbe potuto salvare la pellicola –  un’altra data d’uscita o un marketing più forte in casa Disney – Kinberg preferisce non pensarci troppo:

In tutta onestà, non c’è modo di saperlo. Ed è una cosa che può far impazzire le persone e indurle a scervellarsi sul fallimento di un film anche a molti anni di distanza. Se la lezione che hai imparato è che la data d’uscita e il marketing erano sbagliati, non è una vera lezione.

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