L’horror ha tutto un suo legame con le case fin dalla letteratura gotica (che è la sua matrice) e il cinema l’ha ereditato. All’inizio erano principalmente manieri e castelli, i domicili di paura non erano solo quelli infestati ma anche quelli in cui si svolgevano aberranti esperimenti o in cui vivevano creature della notte. Solo poi la mitologia della casa del male si è trasferita nel presente, nei villini o addirittura negli appartamenti (si pensi a Ghostbusters).

Il cinema horror italiano in tutto questo ha un rapporto unico e personale con gli edifici. Le ville liberty, i castelli ma anche gli atelier e via dicendo. In un’industria fatta di grande artigianato la costruzione dei set ha un’importanza cruciale, quindi su quello si puntava moltissimo, e in un genere (l’horror italiano o il giallo) in cui la valenza “locale” è fortissima, diventa importante scegliere i luoghi e ambientare i film con cura. Argento ne ha fatta una piccola scienza, Bava una perversione.

E dipende tutto ...