In ogni essere umano esiste l’abisso, ognuno può trovarsi ad un passo dall’autodistruzione. C’è questo nella filmografia di Fatih Akin, l’irresistibile attrazione verso il peggio, verso il gorgo senza salvezza di depressione, fallimento, difficoltà, disperazione e odio, sempre affiancato dall’ultima grande occasione per tornare in pista, per vedere la giustizia trionfare o dare un senso alla propria vita. La si colga o meno.

Questo cineasta turco-tedesco con una passione per chi è ai margini ha raccontato di amanti perduti, famiglie criminali, viaggi estremi per ritrovare i propri cari e situazioni senza via di scampo, sempre cercando di capire qual è il punto, il momento, l’attimo in cui è ancora possibile tornare indietro, in cui l’universo o gli altri concedono una possibilità di salvezza e cosa serve per coglierla o cosa accade se non lo si fa. L’importante è guardare cosa ognuno di noi rischia e tremare all’idea di non riuscire ad evitarlo.

Il Mostro di St Pauli e la filmografia d...