In una nuova chiacchierata su Joker fatta con il Los Angeles Times, Joaquin Phoenix è tornato a parlare della pellicola specie in riferimento a un ipotetico sequel e alla “vera identità” di Arthur Fleck.
La star definisce come “ridicola” la prospettiva di proseguire la storia solo in virtù dell’incredibile performance commerciale ottenuta:
Non farei un sequel solo perché il primo ha avuto successo. Sarebbe ridicolo.
Posizione che, comunque, non è così tranchant come appare a prima vista visto che poi puntualizza:
Molto tempo prima della release del film e decisamente prima che potessimo realizzare quanto successo avrebbe avuto, abbiamo parlato di sequel. Nella seconda, o terza, settimana di riprese ricordo di aver detto a Todd “Todd, puoi cominciare a lavorare sul sequel? C’è così tanto da esplorare”. Era un po’ a mo’ di scherzo, ma neanche tanto […] Sostanzialmente gli ho detto “Potresti prendere questo personaggio e metterlo in qualsiasi film”. E feci una seduta fotografica col fotografo del set per poi realizzare dei poster in cui photoshoppammo Joker in dieci film classici come Rosemary’s Baby, Toro Scatenato, Yentl. Se li vedessi diresti “Sì, è un film che guarderei”. Yentl con Joker? Sarebbe… straordinario!
L’attore ha anche ammesso che, pur apprezzando la sottile vena di ambiguità del film circa l’identità di Arthur Fleck – È davvero Joker o no? È successo tutto veramente o no? – per lui Arthur è davvero la celebre arcinemesi di Batman e non una “semplice” figura ispiratrice. LEGGI ANCHE
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Il regista spiega il finale
La sinossi ufficiale:
“Joker” del regista Todd Phillips è incentrato sulla figura dell’iconico cattivo, ed è un film autonomo originale, diverso da qualsiasi altro film apparso sul grande schermo fino ad ora. L’esplorazione di Phillips su Arthur Fleck, interpretato in modo indimenticabile da Joaquin Phoenix, è quella di un uomo che lotta per trovare la sua strada in una società fratturata come Gotham. Durante il giorno lavora come pagliaccio, di notte si sforza di essere un comico di cabaret… ma scopre che lo zimbello sembra essere proprio lui. Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia e crudeltà, Arthur prenderà una decisione sbagliata che provocherà una reazione a catena di eventi, utili alla cruda analisi di questo personaggio.
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