Si è tenuta ieri a Hollywood la premiere di Richard Jewell, il nuovo film Clint Eastwood dal 13 dicembre nelle sale statunitensi e nel 2020 in Italia.

Il film è la trasposizione cinematografica di American Nightmare: The Ballad of Richard Jewell, biografia della guardia di sicurezza Richard Jewell che, nel 1996, sventò un attentato alle Olimpiadi di Atlanta e che successivamente venne accusato dello stesso attentato dopo un articolo pubblicato sull’Atlanta Journal Constitution.

Jewell, caduto in disgrazia nonostante fosse stato prosciolto dalle accuse dall’FBI tre mesi dopo, morì a 44 anni nel 2007 a causa di un attacco di cuore.

Ora che la pellicola è stata mostrata, sono arrivate le osservazioni critiche circa l’accuratezza dei fatti rappresentati, da parte di Kevin Riley, l’attuale editor-in-chief dell’Atlanta Journal-Constitution, la testata dove lavorava la giornalista Kathy Scruggs (Olivia Wilde nel film), colei che, al tempo, lanciò lo scoop che Jewell era sospettato di essere il responsabile del fallito attentato al Centennial Olympic Park il 27 luglio del 1996.

Nella pellicola non viene fatto vedere, ma viene suggerito in maniera decisamente esplicita che la giornalista sia andata a letto con l’agente dell’FBI Tom Shaw (Jon Hamm) per ottenere delle informazioni sulle indagini.

Accadimento di cui, secondo Riley, non esiste un riscontro e che non può essere neanche smentito (o confermato) dalla diretta interessata, scomparsa nel 2001 per un’overdose di farmaci regolarmente prescritti.

Riley, da nove anni caporedattore del giornale e in forze alla Cox Enterprises, l’azienda proprietaria della testata, al tempo delle Olimpiadi, dichiara:

Non ci sono prove che la storia di Kathy sia andata così. È un passaggio che viene fuori di puto in bianco.

Un anno fa, il giornalista aveva letto una bozza della sceneggiatura di Richard Jewell scritta da Billy Ray basata sull’articolo di Marie Brenner “American Nightmare: The Ballad of Richard Jewell”, una bozza che includeva anche il passaggio incriminato.

Riley prosegue dunque così la sua critica:

Solo perché hai modo di esaminare una versione preliminare dello script, non significa che poi il film verrà effettivamente girato così. Speravamo che si percorresse un’altra strada. È una storia in ogni caso molto drammatica. Perché uno storyteller dovrebbe decidere di aggiungere un dettaglio che non è solo oltraggioso, ma anche superfluo ai fini della storia? In un conesto storico in cui il giornalismo è sotto attacco da ogni lato, è sbagliato vedere un film che casca in questo genere di stereotipo rafforzandolo di conseguenza. Ed è allarmante vedere che accada proprio a Hollywood, un posto dove dovrebbe esserci tutta la consapevolezza e sensitività del caso sul come le donne vengano trattate nell’adempimento della loro professione.

A distribuire la pellicola, che vede per protagonisti Paul Walter Hauser, Kathy Bates, Olivia Wilde, Sam Rockwell e Jon Hamm, sarà come sempre la Warner Bros. Pictures.

Richard Jewell è stato diretto da Clint Eastwood sulla base di uno script di Billy Ray; in un primo momento i protagonisti di Richard Jewell dovevano essere Leonardo DiCaprio e Jonah Hill, che però sono rimasti coinvolti come produttori.

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