Quentin Tarantino sarebbe potuto diventare Quentin Tarantino se fosse stato un giovane regista esordiente di oggi? Difficile, ma non impossibile, secondo il diretto interessato.

Poco fa, abbiamo riportato le parole di Martin Scorsese apparse in un’intervista al Guardian dove il filmmaker ha parlato del suo The Irishman e dell’attuale contesto delle proposte cinematografiche in sala. Parole, in un certo qual modo, contraddittorie (Scorsese parla di The Irishman come suo potenziale ultimo film anche se il prossimo anno dovrebbe girarne un altro con Di Caprio), ma comunque meritevoli di più di un momento di riflessione.

Anche perché le idee espresse da Quentin Tarantino in una lungo e corposo pezzo di Deadline fanno parzialmente eco a quelle del maestro italoamericano.

Nonostante il regista di Knoxville sia sempre e comunque capace di realizzare i film che vuole in virtù del peso che il suo nome ha guadagnato da Le Iene in poi, il panorama attuale non è più quello degli anni novanta tanto che alla domanda “Se il ventinovenne Quentin Tarantino stesse per iniziare domani la sua carriera con Le Iene, pensi che il film si rivelerebbe comunque un successo?”, l’autore risponde:

Ci ho pensato davvero tanto. Penso che si tratti davvero di un buon film, anche se per me il suo cuore sta tutto nella dinamica Tim Roth/Michael Madsen. Se avessi oggi degli attori paragonabili a quelli che erano loro al tempo, penso che sarebbe comunque fattibile. Riesco a figurarmi un contesto in cui Le Iene viene opzionato da una divisione minore di uno studio o qualcosa del genere. Per carità, cerco di mantenere un approccio ottimista a riguardo, ma no, il mercato che mi ha accolto sotto alla sua ala e mi ha permesso di dare vita ai miei film non esiste più.

Parlando di Le Iene, c’era un film che, nella mia testa, volevo cercare di emulare nei limiti del possibile che ero in grado di fare. Volevo che fosse qualcosa capace di ottenere quel successo e quella capacità di ergersi sopra al resto della folla che aveva avuto Blood Simple – Sangue Facile. Era quello il mio punto di partenza. Non sapevo se avrei ottenuto le stesse recensioni di Blood Simple, ma ricordo di aver visto quella pubblicità e di essermi fiondato al Beverly Center a vederlo. Un film indipendente con delle radici di genere alla sua base. Un film di genere a modo suo. Era quello che cercavo di emulare. I fratelli Coen di Blood Simple.

Quentin Tarantino ricorda in maniera molto positiva la scena cinematografica indie degli anni ’90:

C’erano sempre quei tre o quattro film all’anno che riuscivano a far parlare di sé diventando dei veri e propri fenomeni. Anche se, magari, erano passati solo per una o due settimane al cinema Laemmle di Santa Monica o robe del genere. Film che si ritrovavano ad avere una piccola pubblicità sul Los Angeles Times e una recensione sul New York Times, il Los Angeles Times e sarebbe bastato. Nessuno di noi, nel 1992, si immaginava che una larga fetta di quello che presentavamo al Sundance sarebbe diventato l’araldo di un intero movimento. Che molti di noi avrebbero trovato una distribuzione nel corso dell’anno successivo. Anche quei film che, come Laws of Gravity, magari erano stati rifiutati dal Sundance. O che, alla stessa maniera in cui la musica indipendente stava decollando in quegli anni, il cinema indie avrebbe intrapreso un analogo percorso diventando “alleati”.

Cosa ne pensate delle parole di Quentin Tarantino? Come sempre potete dire la vostra nello spazio dei commenti qua sotto!

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