Molte delle parole pronunciate da JJ Abrams e Chris Terrio durante la promozione di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker suonavano come delle rassicurazioni verso chi prevedeva una retcon di quanto visto ne Gli Ultimi Jedi di Rian Johnson.

Poi il film è arrivato nei cinema e ognuno ha potuto trarre le sue conclusioni: c’è chi ci ha visto solo una “correzione di rotta” che andava a sistemare (?) quello che non andava (?) nel precedente episodio e chi una completa mancanza di rispetto nei confronti di quanto fatto da Rian Johnson.

E a nulla sono valsi i reciproci attestati di stima fatti da JJ Abrams e Rian Johnson.

Poco fa abbiamo riportato quanto affermato da Chris Terrio sulle pagine di AwardsDaily in merito al trattamento rispervato a Rose (Kelly Marie Tran). Lo potete trovare a questo link.

Lo scrittore ha affrontato in maniera diretta e articolata la questione delle stilettate e degli sberleffi che il film avrebbe riservato all’Episodio VIII di Star Wars e molti altri “temi caldi” in svariate interviste all’Hollywood Reporter, a The Wrap e al già citato AwardsDaily.

Riportiamo, a seguire, i punti più salienti delle varie affermazioni di Chris Terrio.

  • In riferimento a come Luke Skywalker tratta le armi Jedi nei due film: “Chi sta vedendo chissà quale meta-discussione fra JJ e Rian sta completamente mancando il punto della questione, secondo me. Alla fine de Gli Ultimi Jedi Luke è cambiato […] Gli Ultimi Jedi è un solidissimo atto intermedio perché tutti sembrano muoversi in una qualche direzione per poi restare inesorabilmente bloccati, come nell’Impero Colpisce Ancora. Vogliono andare avanti, ma, come in qualsiasi atto intermedio, non possono farlo […] Sarebbe una lettura errata quella secondo la quale io e JJ stiamo “litigando” in una qualche maniera con Rian. Semmai è una sorta di dialogo che facciamo con quello che Rian ha fatto facendo vedere un determinato comportamento di Luke all’inizio del film per affermare che la storia non si ripeterà e che questi personaggi sono cresciuti”.
  • La Forza torna a essere una questione dinastica e non democratica: “Spero che il film riesca a comunicare in maniera chiara che anche Finn sta scoprendo di essere in grado di impiegare la Forza e che la Forza è potente in lui. Finn avverte la morte di Rey e, in un momento cruciale della battaglia, Finn capisce da dove sta arrivando il segnale di navigazione della nave ammiraglia. Abbiamo voluto sfruttare questa idea, quella che Finn sia sensibile alla Forza e che, nella Galassia, ci possono essere altre persone come lui e che non devi essere necessariamente uno Skywalker o un Palpatine per essere potente nell’uso della Forza. Ma come dice in maniera esplicita Luke Skywalker “La Forza è potente nella mia famiglia” quindi sappiamo anche che ci sono degli elementi ereditari con la Forza”. E considerato che questa è la storia dei Palpatine e degli Skywalker, per lo meno questi nove film, abbiamo deciso di focalizzarci su questo elemento.
  • Kathleen Kennedy ha voluto il ritorno di Palpatine: “Kathy Kennedy e Michelle Rejwan avevano delle idee chiare sul come finire la storia. E in queste idee chiare rientravano alcuni snodi narrativi che loro volevano che noi impiegassimo. Ma ci hanno dato anche notevole libertà. Sapevamo che Rey e Kylo Ren erano le chiavi imprescindibili della Trilogia, ma sapevamo anche che non potevamo non trovare la redenzione per Kylo Ren, il figlio di han e Leia. Ci sembrava che fin dall’inizio, da quando JJ ha posto le basi di Kylo Ren nell’Episodio VII, fosse un personaggio corrotto da qualcosa di più grande di lui che lo aveva portato a fare delle scelte sbagliate per tutto questo tempo […] La fonte del male che serpeggia per la galassia è questo spirito oscuro che aspetta il giusto momento per tornare in azione. L’entità conosciuta come Palpatine in questa versione – il suo corpo è morto nel Ritorno dello Jedi – è paziente e ha atteso a lungo dalla sua tana. E non posso parlare per la totalità delle idee di Kathy ma aveva questa visione d’insieme su come dovevano essere impostati questi nove film”.
  • Terrio avrebbe preferito dividere il film in due capitoli: “Se ci fosse stata una maniera per farlo, il mio sogno sarebbe stato quello di dividere il film […] Abbiamo dovuto accantonare così tanto […] Parlando a nome mio e non dello studio, avrei amato molto fare una Parte 1 e una Parte 2.
  • Quanto della sceneggiatura di Colin Trevorrow è finito nel film?: “Io e JJ siamo abbastanza superstiziosi circa il cominciare a lavorare su del materiale che potrebbe portarci in una direzione che potrebbe essere differente da quella che sarebbe quella che naturalmente sceglieremmo. Ergo non abbiamo cominciato basandoci sul precedente script. Potrebbero esserci degli elementi che abbiamo usato ed erano anche nella precedente versione senza che ne fossimo consapevoli. A stabilire queste cose ci pensa la Writers Guild of America”.
  • Rey non andrà a vivere su Tatooine: “Posso dire con certezza che né la sceneggiatura né il film lasciano intendere che Rey andrà a vivere su Tatooine. È più una sorta di pellegrinaggio”.

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker di J.J. Abrams è al cinema dal 18 dicembre 2019.

Nel cast tornano Mark Hamill (Luke Skywalker), Anthony Daniels (C-3PO), Billy Dee Williams, Carrie Fisher (grazie a materiale d’archivio) e ovviamente i nuovi protagonisti Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar Isaac, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas Suotamo, Billie Lourd (figlia di Carrie Fisher), Lupita Nyong’o.

Nuovi membri del cast sono Naomi Ackie, Keri Russell e Richard E. Grant.

Scritto da Abrams con Chris Terrio, il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan.

Nella troupe John Williams (colonna sonora), Dan Mindel (fotografia), Rick Carter Kevin Jenkins (scenografi), Michael Kaplan (costumi), Neal Scanlan (creature e droidi), Maryann Brandon e Stefan Grube (montaggio), Roger Guyett (effetti visivi), Tommy Gormley (primo assistente regista) e Victoria Mahoney (regista di seconda unità).

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