Dopo cinque giorni di attesa, la giuria chiamata a decidere sul processo ad Harvey Weinstein ha raggiunto un verdetto unanime e ha stabilito che l’ex titano di Hollywood è colpevole di due dei cinque capi d’imputazione per cui era imputato, che includevano molestie e stupri, accogliendo come vera la testimonianza dell’attrice Annabella Sciorra (I Soprano).

Weinstein è stato dichiarato colpevole di atto sessuale criminale di primo grado nei confronti dell’assistente di produzione Mimi Haley e di stupro di terzo grado nei confronti di Jessica Mann. È stato invece assolto dalle accuse di aggressione sessuale predatoria, per la quale rischiava il carcere a vita. Il produttore 67 enne si è recato in tribunale con un deambulatore e, secondo quanto riporta Reuters, è sembrato “sereno”: sin dall’inizio del processo si era dichiarato non colpevole.

Il giudice James Burke aveva chiesto alla giuria della corte suprema di New York, composta da sette uomini e cinque donne, di non interpretare il caso come una sorta di referendum sul movimento #MeToo, anche se inevitabilmente il verdetto di oggi avrà un impatto su tutta l’industria, oltre che sul modo in cui verranno perseguiti d’ora in poi i crimini di natura sessuale. Gli avvocati dell’accusa hanno infatti utilizzato una tattica rischiosa, scegliendo come principali accusatrici, tra le decine di segnalazioni, due donne che hanno avuto contatti con Weinstein anche dopo essere state molestate, cosa che in vari casi del passato difficilmente garantiva un verdetto favorevole.

Weinstein ha davanti a sé anche un processo a Los Angeles, dove è imputato con quattro capi d’accusa per le molestie nei confronti di due donne, una delle quali (Lauren Marie Young) ha testimoniato anche al processo di New York. Dopo il verdetto, il produttore è stato preso in custodia: rimarrà in carcere fino all’udienza di condanna che si terrà l’11 marzo. La condanna comprende un incarceramento da un minimo di 5 a un massimo di 25 anni.

Fonte: LATimes

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