Il futuro dei Cahiers du Cinéma è a rischio dopo che la redazione si è dimessa per denunciare il conflitto di interessi in cui si trova la più prestigiosa rivista di cinema francese un mese dopo l’acquisizione da parte di un gruppo di venti tra banchieri, imprenditori del mondo della tecnologia e produttori cinematografici (tra cui Pascal Caucheteux).

I quindici membri dello staff editoriale hanno rassegnato le dimissioni diffondendo poi un comunicato ufficiale:

Tra i nuovi proprietari ci sono otto produttori, e questo pone un problema di conflitto d’interessi per una rivista di critica cinematografica. A prescindere dal tipo, gli articoli pubblicati sui film di questi produttori desterebbero automaticamente sospetti.

[…] L’indipendenza annunciata da questi nuovi proprietari è già stata contraddetta dalla brutale notizia che avremmo dovuto “rifocalizzarci” sul cinema francese. La nomina a direttore generale della delegazione generale dell’SRF (l’associazione dei registi), Julie Lethiphu, accresce i timori di un’influeza da parte della comunità cinematografica francese.

La redazione (che approfitterà di una clausola che protegge i diritti dei giornalisti quando una testata passa di mano) lamenta di essere stata informata che il magazine diventerà più “chic” e attento ai gusti del grande pubblico, favorendo una lettura più “rilassata”. I nuovi proprietari hanno dichiarato a Le Monde di non aver dato alcuna indicazione ai giornalisti che comporti un’alterazione della loro visione: “Lo staff deve scrivere ciò che vuole sul cinema, è fuori discussione un nostro intervento in tal senso”.

I Cahiers du Cinéma sono stati fondati nel 1951 da André Bazin, Jacques Doniol-Valcroze e Joseph-Marie Lo Duca, e negli anni ha visto aggiungersi le penne di Jean-Luc Godard, Éric Rohmer, Claude Chabrol, François Truffaut, Jacques Rivette.

È la testata di cinema più importante che sia mai esistita: negli anni ’50 ha creato il concetto di “cinefilia” per come lo conosciamo oggi, ha fatto crescere Rohmer, Truffaut, Goddard e Rivette prima che diventassero registi, è stato l’hub ideologico della rivoluzione della nouvelle vague (la più importante che ci sia stata) e almeno fino agli anni ottanta è stata la testata cui tutta la critica ha guardato, dettando la linea.

Al momento la rivista è guidata da Stéphane Delorme e Jean-Philippe Tessé.

Fonte: Deadline | Variety

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