Già a fine gennaio, quando l’emergenza sanitaria del nuovo Coronavirus era ancora circoscritta principalmente in Cina, Contagion, il film del 2011 diretto da Steven Soderbergh interpretato da un palmares di star come Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Marion Cotillard, Kate Winslet, Jude Law, era ricomparso in quasi tutte le classifiche degli store digitali, considerato che, attualmente, non si trova su nessuna piattaforma streaming.

E non c’era troppo di cui stupirsi perché oltre alla trama stessa del film, che racconta proprio di come il virus MEV-1 si sia diffuso in tutto il mondo partendo proprio dalla Cina, nella scena finale (la trovate qua sotto) c’è un vero e proprio racconto per immagini di come un virus animale in grado di fare il cosiddetto “salto di specie” possa andare a colpire gli uomini come anello finale di una catena di eventi più o meno fortuiti ed evitabili.

 

 

Ora che il Covid-19 si è diffuso in buona parte del pianeta, le vendite di Contagion continuano a volare. Deadline segnala che la pellicola è la seconda più vista del catalogo Warner Bros, è seconda solo alla saga di Harry Potter.

Curioso anche il caso di The Eyes of Darkness, romanzo del 1981 scritto da Dean Koontz sotto lo pseudonimo di Leigh Nichols che, nella prima settimana di marzo, è salito al terzo posto dei libri più venduti su Amazon US. La curiosità nasce dal fatto che nell’opera di Koontz viene descritto un virus battezzato “Wuhan-400″, in “onore” della città dalla quale si era originato. Un parallelo non da poco con quanto accaduto con il Covid-19. Vale la pena notare però che, inizialmente, il virus era chiamato “Gorki-400”. Questo perché si trattava di un’arma batteriologica sviluppata nella città russa omonima. Poi, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, le edizioni successive sono state modificate per far sì che fosse la Cina a risultare il villain della storia.

Non si tratta dell’unico parallelo fra fiction e realtà a cui abbiamo assistito in questi giorni.

Giusto una settimana fa, vi abbiamo parlato dell’editoriale di Max Brooks in cui lo scrittore di World War Z spiegava che, nonostante i paralleli fra quanto raccontato nel suo romanzo epistolare e l’insorgere dell’emergenza attuale, non aveva fatto altro che ispirarsi agli errori, agli insabbiamenti e alle colpe delle autorità cinesi commesse durante l’epidemia di SARS a inizio del duemila.

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