La notizia che la casa editrice Hachette non pubblicherà più l’autobiografia di Woody Allen intitolata “A proposito di niente” a causa delle proteste dei suoi dipendenti e delle denunce online da parte di Ronan Farrow ha scatenato non poche polemiche tra i detrattori e i sostenitori del regista – e della libertà di espressione.

Tra chi si è scagliato contro questa decisione c’è Stephen King, che su Twitter ha pubblicato diversi commenti noncurante di quanto la sua posizione possa essere impopolare (almeno negli Stati Uniti). “La decisione di Hachette di non pubblicare il libro di Woody Allen mi mette molto a disagio. Il problema non è lui, non mi interessa niente del signor Allen. Mi preoccupa chi verrà imbavagliato dopo,” spiega lo scrittore. “Una volta iniziato, il prossimo è più semplice [da imbavagliare]”.

A chi gli sottolinea che imbavagliare un [presunto, aggiungiamo noi] pedofilo non è un problema, risponde: “Se pensi che sia un pedofilo, non leggere il suo libro. Non vedere i suoi film. Non sentirlo suonare jazz al Carlyle. Vota con il tuo portafogli… tenendolo chiuso. È così che facciamo in America”.

King concentra le sue critiche nei confronti della casa editrice, accusandola di incoerenza: “Lasciatemi aggiungere che trovo assolutamente fuori luogo che Hachette abbia pensato di pubblicare il libro di Woody Allen dopo aver pubblicato quello di Ronan Farrow,” principale sostenitore delle accuse nei confronti del patrigno mosse dalla sorella Dylan Farrow.

 

 

Ricordiamo che l’editore italiano La Nave di Teseo ha invece deciso di rispettare i patti con il regista pubblicando l’autobiografia il 9 aprile:

 

 

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